(di Valeria Valerio) E' stato presentato, al cinema Vittoria di Napoli, il documentario "Dalla parte sbagliata", tratto dal tragico incidente stradale del 1983 che coinvolse il pullman di una scolaresca napoletana in gita e un tir per trasporti eccezionali.
A distanza di 40 anni dalla tragedia, nella galleria del Melarancio (vicino Firenze), che strappò la vita a 11 ragazzini di 13 anni, il regista Luca Miniero, decide di raccogliere una commovente testimonianza fatta di frammenti di ricordi, drammatici, ma anche spensierati, di una giornata che avrebbe segnato la vita di molti per sempre.
Tutto inizia come una rimpatriata. La classe dell'83, della scuola media "Nicolardi", del quartiere Vomero Arenella di Napoli si riunisce per un pranzo. Dopo l'iniziale curiosità del ritrovarsi, i compagni rivivono gli aneddoti scolastici di quegli anni, con la naturale spontaneità di un gruppo di vecchi amici, seguendo un naturale filo dei ricordi, per poi passare a quelli legati alla tragedia. Il documentario ha per i protagonisti quasi la valenza di una seduta liberatoria, dove gli allora ragazzini diventati oggi uomini si lasciano andare a "confessioni" che hanno soffocato per tutto questo tempo. Una fra tutte: l'essersi sempre sentiti in colpa di essere vivi.
Durante l'incontro, inoltre, emerge anche un'altra strana coincidenza, che poco prima dell'impatto con il tir, molti di loro avevano cambiato posto, passando dalla parte sinistra a quella destra dell'autobus. Immagini video dell'epoca, i funerali, le testimonianze del giornalista che se ne occupò, del medico e di uno dei soccorritori arrivato sul posto, "Dalla parte sbagliata" ripercorre e ricostruisce quella giornata del 26 aprile 1983.
"È una storia che da sempre avrei voluto raccontare - dice Luca Miniero, regista e sceneggiatore della pellicola - coinvolse tristemente il Vomero, quartiere dove sono nato e ho abitato.
Non conoscevo direttamente i ragazzi, ma nel corso degli anni ne ho incontrati alcuni che erano in qualche modo coinvolti in questa storia. L'evento segnò profondamente tutta la città, i funerali furono celebrati allo stadio Collana, dove accorsero trentamila persone per rendere omaggio alle vittime" . "Il documentario - continua Miniero- racconta l'inedito punto di vista dei sopravvissuti, il loro modo di elaborare il lutto, e il senso di colpa di una vita che anche per loro, da quel momento, è stata dalla parte sbagliata. Abbiamo trovato tantissimi servizi televisivi e articoli di giornali che ci raffigurano la totale mancanza di attenzione al fattore psicologico per un minorenne o un genitore che subiva una tragedia del genere. Sono strazianti le scene riprese dalle telecamere dell'epoca della lettura dei nomi dei ragazzi sopravvissuti, accompagnati dall'incredulità e la disperazione dei genitori di chi invece non ce l'ha fatta. Di questi stessi genitori, il documentario racconta la lucidità e la maturità mostrata di fronte alla perdita, così ingiusta, dei propri figli. Al momento il film, prodotto dalla Viola film, non ha ancora una distribuzione, ma sta seguendo l'iter dei documentari, presenziando a molti festival".
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