Figurano anche malavitosi campani
tra coloro che si avvalevano dei servigi della società "Bella
Italia" costituita da un napoletano in Germania e, secondo la
Procura di Napoli, al centro di un sistema che utilizzava il
noleggio di auto di lusso per riciclare i proventi del traffico
di stupefacenti.
La circostanza emerge dalle indagini che oggi hanno portato al
sequestro della società e all'arresto di otto persone.
In carcere, in Germania, sono finiti i titolari della ditta
"Bella Italia": i finanzieri del Gico del Nucleo di Polizia
economico-finanziaria di Napoli in trasferta hanno sequestrato
la società e condotto nelle carceri tedesche, Pasquale Coppola
di Napoli e la moglie, Carmela Salemme. A entrambi è stato
notificato un mandato di arresto europeo: successivamente verrà
presentata un'istanza di estradizione finalizzata al loro
trasferimento in Italia.
Secondo quanto emerso dalle indagini coordinate dalla Procura
di Napoli (pm antimafia Giuseppe Visone) i contratti di noleggio
celavano, in realtà, la vendita di moto e auto di lusso che
consentivano ai clienti (tra cui figurano, appunto, anche
pregiudicati della criminalità organizzata campana) di eludere
le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione
patrimoniali, sia di evitare il versamento della cauzione di un
milione di euro che la normativa tedesca impone, quale capitale
di garanzia, a coloro che effettuano operazioni di leasing di
autovetture. In sostanza un vero e proprio servizio di
"schermatura" di beni mobili registrati in violazione anche del
Codice della Strada che, all'epoca dei fatti, vietava ai
soggetti con sedi secondarie in Italia il noleggio a lungo
termine di autovetture di provenienza estera.
Per procacciare la clientela i vertici dell'associazione a
delinquere sgominata oggi dai finanzieri di Napoli si avvalevano
anche dell'intermediazione dei titolari di una società di Marano
di Napoli (in realtà una sede secondaria della ditta tedesca),
uno dei quali già condannato in via definitiva per associazione
a delinquere di stampo camorristico in quanto ritenuto legato al
clan Polverino.
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