Una scossa di magnitudo 4.0 avvenuta
alle 22,08 italiane del 2 ottobre ha dato il via ad un nuovo
sciame sismico nell'area dei Campi Flegrei, seguito da terremoti
di intensità molto inferiore. "Si tratta di un nuovo sciame
iniziato contestualmente alla scossa più forte", spiega all'ANSA
Roberto Isaia, dell'Osservatorio Vesuviano dell'Istituto
Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. "Le energie in gioco
stanno aumentando, ma non c'è ancora nessun segnale di risalita
del magma in superficie - aggiunge Isaia - anche se non si può
escludere che a diversi chilometri di profondità non ci sia
qualche movimento di piccole quantità di magma".
Il terremoto di magnitudo 4.0 è il più forte da quello di 4.2
avvenuto alle 3,35 del 27 settembre, nell'ambito dello sciame
sismico iniziato alle 5,06 del 26 settembre, in cui si sono
susseguite 88 eventi. Da allora diversi sciami si sono
avvicendati, a poche ore di distanza l'uno dall'altro: la
distinzione tra sciami diversi è infatti una convenzione, che
stabilisce gli intervalli in base a una soglia di ore stabilita.
La breve durata delle sequenze è tipica delle aree vulcaniche:
"La dinamica in gioco è molto diversa - spiega il ricercatore
dell'Ingv - da quella che caratterizza i terremoti che avvengono
sull'Appennino, per esempio".
Il sisma avvenuto alle 22,08 del 2 ottobre è stato
localizzato nei pressi di Pisciarelli, sul versante che confina
con la zona della solfatara di Pozzuoli. L'epicentro della
scossa, rilevata ad una profondità di 3 chilometri, si colloca
infatti circa 5 chilometri ad Est di Pozzuoli e 9 chilometri ad
Ovest di Napoli. "L'attività sismica che prosegue ormai da
diverso tempo è dovuta alla rottura delle faglie dove sta avendo
luogo la deformazione del suolo - dice Isaia - a causa della
pressione esercitata dal gas in risalita".
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