Nasce con lo scopo "di dare continuità" per coloro che "hanno aperto una strada verso la legalità al costo della propria vita" e proprio per questo motivo "a noi resta il dovere morale di continuare su quella strada".
Lo ha detto il neo questore di Napoli Maurizio
Agricola a margine del "Premio Ammaturo Legalità- Città di
Napoli - XIV Edizione" che si è svolto al teatro Trianon Viviani
alla presenza, tra gli altri, del vice direttore generale della
Pubblica Sicurezza, Direttore Centrale della Polizia Criminale
prefetto Raffaele Grassi.
Il premio, che porta il nome di Antonio Ammaturo, il
poliziotto italiano ucciso a Napoli il 15 luglio 1982 dalle
Brigate Rosse, "è un importante momento di memoria", ha detto
ancora il questore, "un tassello necessario" perché "si imprime
nella mente dei giovani che devono costruire giorno per giorno
il loro futuro, all'insegna del non dimenticare".
Il "Premio Ammaturo Legalità" è stato conferito gli agenti
della prima sezione della Squadra Mobile e ai colleghi del
commissariato Ponticelli "per aver condotto, - si legge nelle
motivazioni - con abilità, tenacia ed abnegazione, un'articolata
e complessa attività di indagine di straordinaria rilevanza
conclusasi con l'esecuzione di due distinte ordinanze di
custodia cautelare in carcere nei confronti di 68 persone
appartenenti ad un noto gruppo criminale, composto dalle
famiglie Casella, Minichini, De Luca Bossa, Rinaldi, Reale e
Aprea".
L'attestato "Premio Ammaturo Legalità - Città di Napoli - XIV
Edizione" è stato conferito al personale dell'Area Misure di
Prevenzione Patrimoniali della Divisione Anticrimine della
Questura di Napoli "per le elevate capacità professionali,
tenacia e abnegazione" mostrate "in una prolungata e articolata
attività investigativa di natura patrimoniale che ha consentito
di ricostruire l'esistenza di un ingente patrimonio di natura
immobiliare, mobiliare e societaria a carico di Lucci Antonio e
Tranchino Giorgio, figure di spicco del clan Moccia".
L'attestato "Premio Ammaturo Legalità - Città di Napoli -
XIV Edizione"
è stato conferito anche al personale del Centro operativo DIA
Napoli per "le capacità professionali, acume investigativo e non
comune determinazione operativa" mostrati nell'ambito "di una
complessa operazione di polizia giudiziaria denominata 'Babele'
conclusasi con l'esecuzione di un'ordinanza di custodia
cautelare nei confronti di 25 esponenti dello storico clan
Mallardo, operante prevalentemente nei comuni di Giugliano in
Campania, Villaricca e Qualiano".
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