E' dedicato al caso 'Ugo Russo' il
ragazzo ucciso da un carabiniere durante un tentativo di rapina
con un'arma giocattolo, il nuovo allestimento su edicole in
disuso a Napoli divenute, come accadeva con i tazebao, spazi in
luoghi pubblici per raccontare con testi e foto casi di
ingiustizia sociale o di repressione di diritti, argomenti che -
per gli ideatori del progetto - non trovano spazio adeguato
sulla stampa tradizionale.
Sui manifesti incollati sulle serrande dell'edicola posta in
piazza Cavour si può leggere la storia del giovane con vari
contributi tra i quali quello di Ilaria Cucchi, Ascanio
Celestini, Zerocalcare e del padre Vincenzo Russo.
Nei testi si ricorda anche che domani parte il processo al
carabiniere accusato di omicidio volontario.
La 'seconda vita' delle edicole napoletane nasce da un
progetto di 'Liberi Edizioni' che in città ha già allestito
altre rivendite chiuse per attirare l'attenzione su campagne di
sensibilizzazione per il diritto all'abitare o a casi come
quello di Julian Assange, giornalista australiano tra i
fondatori del sito web WikiLeaks da anni privato della libertà
senza aver ricevuto nessun tipo di processo e di Mario Paciolla,
il cooperante napoletano trovato senza vita in circostanze
ancora da chiarire nel 2020 nella sua casa in Colombia, dove si
trovava per un progetto Onu.
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