"Non osiamo entrare nel cuore
della mamma e del papà di Giuseppe, ma dal dolore deve germinare
un bene più grande del male". Lo ha detto il vescovo di Aversa,
Angelo Spinillo, durante i funerali, nella Chiesa di Santa Maria
Assunta a Villa Literno, del 17enne Giuseppe Turco, ucciso a
coltellate nel vicino comune di Casal di Principe la sera di
giovedì 29 giugno da un ventenne che ha confessato il delitto,
ed è in carcere per omicidio volontario. Gremita la chiesa e la
piazzetta antistante, presenti i sindaci di Villa Literno
Valerio Di Fraia e di Casal di Principe Renato Natale, centinaia
di ragazzi con maglietta bianca, impressa davanti la foto di
Giuseppe in moto e dietro la scritta "Siamo gocce di un passato
che non può tornare. Questo tempo ci ha tradito, è
inafferrabile", frase ripresa da una canzone di Giorgia.
Tutta Villa Literno piange il suo giovane concittadino, e
accompagna il feretro di Giuseppe, in un serpentone composto e
dignitoso, come il dolore dei familiari e degli amici,
dall'abitazione alla centrale piazza Marconi, dove bar e negozi
sono chiusi in segno di lutto. Un lungo applauso con il grido
più volte scandito "Giuseppe, Giuseppe", accoglie la bara sul
sagrato, volano colombe, tanti fiori, palloncini bianchi,
esplodono fuochi di artificio. In molti restano fuori dove è
stato allestito uno schermo, il dolore lo si legge nel viso
impietrito dei genitori. Viene letto il passo del Vangelo quando
Cristo è in croce con i due ladroni, che, dice Spinillo,
"rappresentano l'intera umanità: uno esorta Gesù a manifestare
la sua potenza e a liberarli, ed è simile a coloro che lo hanno
voluto sulla croce. L'altro difende Gesù, capisce che in lui c'è
qualcosa di unico e profondo, e infatti Gesù, nonostante il
dolore fisico, annuncia parole di vita. Anche ora dobbiamo
ascoltare di più il Signore". La sorella minore legge un testo,
"il mio gigante buono... chi mi dirà tutti i giorni che mi vuole
bene, sorridi e vola in alto finché puoi". A fine messa gli
amici di Giuseppe con auto e moto accese, a ricordare la sua
passione per i motori, applaudono con il frastuono
dell'acceleratore e del clacson al massimo, e partono in corteo
dietro l'auto che trasporta la bara verso il cimitero.
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