Sono andati incontro "a una morte
davvero atroce" Tullio Pagliaro e Giuseppe Fusella, i due
ventenni di Portici (Napoli) uccisi a Ercolano, la notte tra il
28 e il 29 ottobre 2021, dal camionista Vincenzo Palumbo, che
riteneva fossero due ladri. Lo scrivono i giudici della prima
Corte di Assise di Napoli (presidente Teresa Annunziata) nelle
motivazioni della sentenza con la quale lo scorso 16 marzo
l'autotrasportatore è stato condannato all'ergastolo. Quella
notte Palumbo sparò almeno sette proiettili calibro 40 contro la
Fiat Panda sulla quale viaggiavano Pagliaro (alla guida) e
Fusella (lato passeggero) due dei quali hanno raggiunto i
ragazzi alla testa.
Soddisfazione è stata espressa dall'avvocato di parte civile
Maurizio Capozzo, legale della famiglia Pagliaro, "per la
minuziosa e puntuale ricostruzione ancorata a valutazioni
giuridiche ineccepibili e insormontabili".
La Corte di Assise, nel sottolineare la mendacità delle
dichiarazioni dell'imputato ha anche voluto escludere l'ipotesi
che abbia avuto "una percezione distorta della realtà". In
sostanza aveva ben compreso cosa stesse succedendo. "Alcun
rilievo - aggiunge - può assumere poi la circostanza che si sia
trattato di una condotta d'impeto e non preordinata considerando
la violenza e l'efferatezza dell'azione che... non è stata certo
esaurita nell'esplosione di uno o due colpi ma si è protratta il
tempo necessario a esplodere una raffica di proiettili, per di
più seguendo la traiettoria di movimento del bersaglio, dunque
con rafforzata determinazione di conseguire il risultato
dell'abbattimento degli occupanti". In sostanza, Palumbo ha
ucciso e voleva uccidere, secondo i giudici che ritengono
peraltro "riprovevole" il suo comportamento dopo i fatti
contestati: "ben consapevole degli effetti della sua azione,
avendo udito i lamenti provenire dall'abitacolo e avendo
sicuramente constatato la presenza del sangue... ha atteso
lungamente prima di comunicare il fatto alle forze dell'ordine e
allertare i soccorsi".
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