Il Tribunale di Napoli ha inflitto,
complessivamente, 313 anni e mezzo di carcere a 36 imputati, tra
capi e gregari del gruppo camorristico napoletano denominato
"Abbasc Miano", ritenuto dalla DDA composto dalle giovani leve
del clan Lo Russo. Le pene più pesanti sono state comminate ai
capi, tutti giovanissimi: il 24enne Matteo Balzano (20 anni di
reclusione), il 30enne Gianluca D'Errico (19 anni e 4 mesi) e il
26enne Salvatore Scarpellini (19 anni e 4 mesi). Tra i reati
contestati dal sostituto procuratore della Direzione
Distrettuale Antimafia di Napoli Enrica Parascandolo, per i
quali il giudice ha inflitto le condanne, figurano
l'associazione a delinquere di stampo camorristico e
l'associazione a delinquere finalizzata al traffico e allo
spaccio di sostanze stupefacenti. Il giudice Marcello De Chiara
ha comminato anche multe per quasi 52mila euro e riconosciuto
risarcimenti nei confronti del Comune di Napoli che si era
costituito parte civile. Tra i condannati anche Maria
Trambarulo, 31 anni, nipote di Gennaro Trambarulo, elemento di
spicco della cosiddetta "Alleanza di Secondigliano", legata e al
boss Salvatore Silvestri e Vincenza Carrese, 31 anni, moglie di
Pasquale Sibillo che, insieme con il fratello Emanuele
(assassinato in un agguato) era uno dei capi dell'omonimo gruppo
camorristico dei Decumani, facente parte della cosiddetta
"Paranza dei bambini". Assolto dal reato di associazione a
delinquere Gaetano Garnier (difeso dall'avvocato Raffaele
Chiummariello) che ha subìto una condanna (2 anni e 6 mesi) per
spaccio.
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