Era stato condannato per
estorsione nei confronti dei genitori in passato Bruno Di Cello,
il trentenne ucciso ieri a Lamezia Terme dal padre Francesco,
guardia giurata in pensione al culmine, secondo quanto emerso,
di liti e contrasti continui con il genitore e con la madre
titolare di una piccola azienda agricola.
Francesco Di Cello, che si è costituito subito dopo il fatto,
dalla tarda serata di ieri si trova rinchiuso nel carcere. La
vittima aveva anche un fratello e una sorella minore. Il padre
del trentenne ha ammesso tutte le sue responsabilità confessando
di aver ucciso il figlio con un colpo di pistola esploso in
viso, al termine di una giornata densa di tensione e liti
all'interno della famiglia. E lo ha fatto davanti davanti al pm
della Procura di Lamezia Terme, Gualberto Buccarelli, assistito
dai suoi avvocati Pino Spinelli e Renzo Andricciola. Intanto,
sarà fissato nelle prossime ore l'interrogatorio di garanzia per
l'udienza di convalida del provvedimento nei confronti di
Francesco Di Cello.
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