Il Mediterraneo centrale rimane la rotta migratoria più letale al mondo, con quasi 25.000 persone disperse in mare.
"Questi numeri sono un tragico promemoria del fatto che le persone rischiano la vita quando l'insicurezza, la mancanza di opportunità e altre pressioni le lasciano senza opzioni sicure o praticabili in patria", ha dichiarato la Direttrice generale dell'OIM, Amy Pope. "Dobbiamo investire per creare stabilità e opportunità all'interno delle comunità, affinché la migrazione sia una scelta, non una necessità. E quando restare non è più possibile, dobbiamo lavorare insieme per consentire percorsi sicuri, legali e ordinati che proteggano le vite", ha aggiunto citata nel comunicato.
Nonostante la portata del fenomeno, i migranti vengono spesso trascurati nella pianificazione umanitaria, deplora l'organizzazione. "Troppo spesso, i migranti vengono ignorati", afferma Julia Black, coordinatrice del Progetto Migranti Scomparsi dell'OIM e autrice del rapporto. "E a causa delle lacune nei dati, soprattutto nelle zone di guerra e nelle aree colpite da calamità, il bilancio reale delle vittime è probabilmente molto più alto di quello che abbiamo registrato".
L'OIM esorta Stati e partner umanitari a collaborare per garantire che i migranti non siano esclusi dalle risposte alle crisi. Ciò significa - scrive l'OIM - ampliare i percorsi legali, migliorare l'accesso agli aiuti e all'assistenza sanitaria e investire in sistemi di dati in grado di tracciare e proteggere meglio le persone a rischio. (ANSAmed).
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