Ci sono anche i big della Ue (Germania, Francia, Spagna) e la Gran Bretagna ma non l'Italia tra i firmatari della dichiarazione congiunta dei 79 Paesi membri della Corte penale internazionale (Cpi) che criticano le sanzioni Usa all'organismo internazionale, sostenendo che "comprometterebbero gravemente tutte le situazioni attualmente sotto inchiesta, poiché la Corte potrebbe dover chiudere i suoi uffici sul campo", oltre ad "aumentare il rischio di impunità per i crimini più gravi e minacciare di erodere lo stato di diritto internazionale".
L'iniziativa della dichiarazione congiunta è stata avviata da un gruppo di cinque Paesi: Slovenia, Lussemburgo, Messico, Sierra Leone e Vanuatu. Tra i Paesi firmatari, che costituiscono circa due terzi dei Paesi che hanno ratificato lo statuto di Roma sulla Cpi, non c'è l'Italia, ma - oltre a Gran Bretagna e Canada - ci sono quasi tutti i membri dell'Ue, ossia Francia, Germania, Belgio, Grecia, Irlanda, Paesi Bassi, Svezia, Bulgaria, Danimarca, Finlandia, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia, Lussemburgo, Estonia, Spagna, Cipro, Lettonia, Croazia, Austria e Malta. (ANSAmed).
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