L'esposizione, si legge in una nota della Biblioteca nazionale, offre una nuova prospettiva sul modo in cui il Corano è stato studiato e dibattuto nei circoli intellettuali e culturali di tutta Europa.
Utilizzando moderne tecniche di esposizione, tra cui schermi interattivi, mappe digitali e segmenti video, la mostra offre ai visitatori un'esperienza visiva e storica coinvolgente. "Questo progetto di ricerca, lanciato nel 2019 con il finanziamento del Consiglio europeo della ricerca, rappresenta un passo significativo nel sostegno dell'Unione Europea alle iniziative culturali", ha dichiarato alla Tap il direttore della Biblioteca nazionale tunisina, Khaled Ksher. La mostra evidenzia anche lo spostamento storico dei manoscritti coranici tra il Nord Africa e l'Europa, presentando materiali d'archivio che dimostrano come il Corano sia diventato oggetto di dibattito intellettuale sia nell'Europa medievale che moderna. Alcuni dei manoscritti esposti furono saccheggiati durante l'invasione spagnola di Tunisi nel 1535. "Molti testi coranici e opere accademiche furono introdotti clandestinamente in Europa attraverso reti di scambio culturale, in particolare in Spagna, Germania e Italia", ha affermato Ksher.
"Alcuni di questi manoscritti, ornati con decorazioni in oro, in seguito divennero parte di collezioni private e musei prestigiosi", ha spiegato ancora il direttore sottolineando che "non erano considerati solo testi religiosi, ma anche preziosi manufatti artistici e storici". Oltre alla presentazione storica in sé, la mostra interroga sulla posizione del Corano nella storia intellettuale europea ed esamina il suo ruolo nei dibattiti filosofici, in particolare dopo la diffusione delle traduzioni del Corano nei tempi moderni. (ANSAmed).
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