Lo ha annunciato in conferenza stampa dal Museo del Bardo il direttore generale dell'Inp Tarek Bacchouche, precisando che prima della loro esposizione a Roma, alcuni oggetti saranno sottoposti a un attento restauro in Italia tra marzo e maggio.
Ciò conferma l'alto livello delle
relazioni in campo archeologico tra Tunisia ed Italia, che è il
primo Paese per missioni archeologiche sul territorio.
Tarek Baccouche ha presentato l'accordo di cooperazione
archeologica tunisino-italiano per la riabilitazione e il
restauro del sito di Zama, come parte della cooperazione
bilaterale, sottolineando che esso si estende su quattro anni, e
prevede che la parte italiana stanzierà alla Tunisia una
dotazione complessiva di 800 mila euro, ovvero 200 mila euro
all'anno. Il progetto prevede una parte dedicata alla
formazione, al restauro e alla valorizzazione di alcuni siti
archeologici (Bobot Hammamet, El Jem e sito di Zama) e alla loro
promozione attraverso l'organizzazione di mostre e seminari
congiunti. I 30 reperti selezionati provenienti dal sito di Zama
presentati al Bardo, saranno restaurati a Roma con le più
moderne tecnologie e con la partecipazione di due ricercatrici
tunisine. I reperti scoperti fanno parte di una vasta collezione
risalente a periodi diversi, prima e dopo Cristo, composta da
templi e luoghi di culto e che testimoniano la ricchezza della
vita religiosa, culturale e sociale nell'antica Zama. Sebbene
siano stati rinvenuti tra il 2001 e il 2006, questa collezione
di reperti viene svelata al pubblico per la prima volta, ha
affermato Bacchouche, sottolineando che recenti inventari e
ricerche documentarie hanno permesso di identificarli e
classificarli con precisione. La direttrice dell'Inventario e
Studi dell'Inp, Samira Shili, ha spiegato che il sito di Zama,
di origine numidica, ha subito l'influenza della civiltà punica
e poi cartaginese fino all'epoca romana, il che lo rende un
testimone della sovrapposizione di civiltà in Tunisia.
I 30 reperti scoperti appartengono a epoche diverse e
rappresentano molteplici aspetti della vita religiosa e
culturale di Zama. Tra i pezzi più importanti rinvenuti vi sono
statuette raffiguranti divinità pagane, vasi di ceramica e vari
strumenti che forniscono informazioni sullo stile di vita
dell'epoca. Gli scavi di Zama sono stati effettuati in più fasi,
nell'ambito di spedizioni archeologiche iniziate nel 1996, che
hanno portato all'accumulo di scoperte nel corso degli ultimi
decenni. Secondo Shili, "queste scoperte hanno una grande
importanza nel promuovere la ricerca scientifica e consentono di
comprendere meglio la storia della regione". Zama Regia fu una
città appartenente all'impero cartaginese dove, nel 202 a.C., i
Romani vinsero l'ultima battaglia della seconda guerra punica.
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