TUNISI - A Tripoli le forze di sicurezza libiche del governo di unità nazionale hanno aperto il fuoco sui dimostranti che stavano protestando di fronte alla residenza del premier Abdelhamid Dbeibah per chiederne le dimissioni e davanti alla sede dell'ex Apparato di supporto alla stabilità, occupata dopo l'uccisione di Al Kikli dalla Brigata 444 ad Abu Salim. Lo riportano media e attivisti locali, secondo i quali erano diverse centinaia i giovani che stavano manifestando nella capitale libica dove da ieri è entrato in vigore un fragile cessate il fuoco dopo gli scontri tra milizie rivali dei giorni scorsi.
Oltre a chiedere le dimissioni del premier Abdelhamid Dbeibah, diversi manifestanti ieri a Tripoli hanno "intonato slogan che chiedevano il ritorno di Saif Gheddafi alla presidenza della Libia". Lo scrive il Libya Observer. "Anche i sostenitori del signore della guerra Khalifa Haftar hanno sfruttato la situazione caotica e hanno chiesto a gran voce che gli sia affidato il governo del Paese", si aggiunge.
Davanti alla residenza del premier le forze di sicurezza hanno aperto il fuoco per disperdere la folla. Invece "durante una protesta ad Abu Salim, Ali Al-Jaberi, vicecapo dell'Agenzia di Supporto alle Direzioni, è sopravvissuto a un tentativo di assassinio: uomini armati hanno aperto il fuoco contro il suo veicolo dopo aver negoziato con i manifestanti. I manifestanti armati hanno anche incendiato veicoli militari blindati", scrive ancora il Libya Observer.
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