"Coltivare la meraviglia" perchè 'la
natura è cultura' . E' intorno a questi due concetti che si
sviluppa l'edizione 2025 di Floracult la 3 giorni romana
dedicata alla florovivaistica e la sostenibilità con un ricco
calendario di incontri.
Si comincia con Luana Toniolo, direttrice del Museo Nazionale
Etrusco di Villa Giulia a Roma e il Commissario Straordinario
dell'Ente Regionale Parco di Veio Giorgio Polesi per proseguire
con Ugo Morelli, scienziato cognitivo che esplorerà il rapporto
tra empatia e meraviglia.
Carlos Castaño-Uribe, antropologo colombiano presenterà a
FloraCult una straordinaria scoperta: nel massiccio del
Chiribiquete, in Amazzonia, sono emersi nuovi murales rupestri
raffiguranti uomini giaguaro, tra le più antiche testimonianze
dell'arrivo dell'uomo in Sudamerica. Definita la "Cappella
Sistina dell'Amazzonia", sarà raccontata attraverso le immagini
suggestive del fotografo Alessio Romeo.
Paolo Pileri, docente al Politecnico di Milano, affiancato
dalla giornalista scientifica Silvia Bencivelli, presenterà
Dalla Parte del Suolo, un intervento che è anche il titolo del
suo ultimo libro, in cui si denunciano le minacce che incombono
sul suolo e si promuove un attivismo ecologico consapevole.
Molti gli appuntamenti anche per i più piccoli.
Nelle rimesse dei Casali del Pino, lo spazio artistico di
Raimondo Galeano, il "pittore illuminato".
Tra le rarità botaniche agavi straordinarie, come l'Agave
albopilosa, con i suoi ciuffi simili a batuffoli di cotone, la
Blue Glow e la Regina White Rhino, con l'elegante filettatura
bianca. Non mancheranno gli agrumi e, tra questi, il
particolarissimo Arancio Arcobal. Dall'Isola di Ischia una
collezione di palme e piante subtropicali: l'Archontophoenix
cunninghamiana, originaria dell'Australia orientale, la Brahea
dulcis, una palma rara nativa del Messico dalle foglie
verdi-bluastre, La Caryota mitis , la Sabal minor, l'Arenga
engleri, o palma da zucchero di Taiwan, dai fiori molto
profumati e la Paullinia cupana chiamata anche Guaranà, una
eccellenza fra le piante curative usata dagli antichi popoli
africani, con il particolarissimo frutto che sembra la pupilla
di un occhio.
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