Un punto di confronto aperto e spontaneo, nel giorno del ricordo a 16 anni dal sisma che nel 2009 devastò L'Aquila e l'Abruzzo, è stato allestito al Parco della Memoria.
Si parla di memoria, rispetto, condivisione, resilienza, prevenzione e futuro. Accanto ai nomi delle 309 vittime, incisi sul metallo, sono stati lasciati dei fiori bianchi nella notte. Decine di persone camminano tra le fontane, in un omaggio continuo. Su un balcone della piazza, i tifosi dei Red Blue Eagles hanno affisso uno striscione con scritto: "6 Aprile 2009 …Notte di pianti, lacrime e dolore, notte buia e infinita… 6 Aprile 2025… E' ancora aperta la ferita, ma lottiamo per una nuova vita!" Memoria e appartenenza, nel loro contributo che si rinnova anno dopo anno. Il Parco, allestito a ridosso del centro storico, accoglie ragazzi e bambini. Su iniziativa di docenti di alcune scuole elementari e medie, delle classi hanno organizzato delle visite spontanee commemorative. Un modo per aiutare i più piccoli a comprendere meglio quello che è successo 16 anni fa.
Nella notte invece la fiaccola per ricordare le vittime. Un fascio di luce si è alzato verso il cielo, da Palazzo Margherita, sede del Comune dell'Aquila, come ponte ideale tra la terra e chi non c'è più. E' il gesto silenzioso e intenso con cui la città dell'Aquila ha aperto la serata della commemorazione del 6 aprile 2009, nel ricordo vivo delle 309 vittime del sisma. Un segno di rispetto, di memoria condivisa, di luce che continua a brillare nel cuore di questa comunità. Anche il palazzo dell'Emiciclo si è illuminato con delle luci in omaggio alla notte più lunga per la comunità.
Poco dopo le 22, di fronte alla Casa dello studente è partita la fiaccolata commemorativa. "Abbiamo scelto questo luogo - spiega Vincenzo Vittorini a nome dei familiari delle vittime - perché qui sono morti dei giovani che avrebbero dovuto rappresentare il nostro futuro. Purtroppo, quello che è successo li ha uccisi. Questo è un luogo simbolo del nostro dolore. Questi ragazzi rappresentano tutte le 309 vittime".
"E' la serata del raccoglimento del dolore che si rinnova - ha detto il sindaco dell'Aquila, Pierluigi Biondi nel prendere parte alla fiaccolata - però è anche la serata in cui rinnoviamo il nostro impegno per far sì che tutto quello che abbiamo passato, tutto il dolore che abbiamo subìto, tutte le lacrime che abbiamo versato siano di stimolo per costruire una città rinnovata. "Lo dobbiamo - ha aggiunto - a coloro che hanno sofferto i lutti del terremoto, lo dobbiamo a coloro che sono andati anche dopo il terremoto e che hanno diritto di vivere una città che crei le opportunità giuste per chiunque".
Alla fiaccolata ha preso parte anche Sergio Bianchi, presidente dell'associazione Avus (Associazione vittime universitarie del sisma), che 16 anni fa perse il figlio Nicola all'Aquila. "Sono tornato in una città che vedo rinascere - ha detto - come è giusto che sia e di questo sono contento. Sedici anni sono tanti, ma a volte sembra ieri, perché il nostro impegno come familiari delle vittime è stato costante. Come associazione abbiamo fatto un bel percorso, cercando sempre di essere propositivi per porre l'accento sulla prevenzione e sul riconoscimento delle responsabilità di quanto successo all'Aquila. Poi i processi hanno riempito le nostre giornate, e le ultime sentenze sono state molto pesanti".
"Il terremoto c'è stato il 6 aprile 2009 - sottolinea - ma il vero terremoto per noi è iniziato da quel momento. Cercare di metabolizzare tutto quello che è successo è stato difficile. Ma la cosa più drammatica e dolorosa sono state le sentenze perché è stato come rivivere la tragedia ogni volta". "Sentirsi dire che tuo figlio è colpevole della propria morte è qualcosa che non si può accettare - ha concluso - L'ultima sentenza su via Campo di Fossa ha finalmente reso giustizia alle vittime escludendo ogni responsabilità da parte dei nostri ragazzi. Spero che la Cassazione faccia tesoro di questa decisione e dia la possibilità anche ai nostri figli e a tutte le altre vittime di avere giustizia".
Al termine della fiaccolata, la lettura dei nomi delle vittime con protagonista la sedicenne Gabriella Corrado, nata la notte del terremoto dell'Aquila. Gabriella è venuta alla luce pochi minuti dopo la scossa catastrofica del 3.32 del 6 aprile 2009. Quindi l'accensione del braciere affidata a Carlo Cruciani, carabiniere in pensione che all'epoca del sisma si trovò a gestire il centralino del 112.
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