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Libri: Vasto ricorda il 'suo' banchiere Raffaele Mattioli

Libri: Vasto ricorda il 'suo' banchiere Raffaele Mattioli

A 50 anni da morte, testo Francesca Pino con Costantino Felice

VASTO, 09 gennaio 2024, 16:51

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Uno dei più grandi personaggi del secolo scorso: Raffaele Mattioli ha inciso nella storia d'Italia, d'Europa e del mondo, su tre piani, economico-finanziario, politico e culturale. L'Abruzzo, che può vantarne i natali, dovrebbe riscoprilo e valorizzarlo: la sua figura insegnerebbe ai giovani il rigore del comportamento dal punto di vista etico e civile".
    Così Costantino Felice, ex professore di storia economica all'Università "D'Annunzio" di Pescara, in merito a Raffaele Mattioli, direttore e amministratore delegato della Banca Commerciale Italiana (Comit) durante il ventennio fascista, mecenate, liberale di sinistra nato a Vasto (Chieti) e morto 50 anni fa a Roma, noto come "Il banchiere umanista". Lo studioso abruzzese Felice ne discuterà in occasione della presentazione del libro di Francesca Pino dal titolo "Raffaele Mattioli. Una biografia intellettuale" (Il Mulino), sabato 13 gennaio a Vasto (Chieti) al teatro Rossetti.
    "Mattioli - riprende Felice - ha sostenuto e foraggiato grandi personaggi politici durante il Fascismo, come Giovanni Malagodi, Ugo La Malfa, Leo Valiani. Ha finanziato la Resistenza a Roma e a Milano negli anni della guerra partigiana, ha sostenuto periodici e creato insieme a una serie di intellettuali la rivista 'La nuova Europa', antesignana del periodico 'Il mondo' di Pannunzio, da cui è venuto il grande giornalismo italiano. E ha dato anche vita all'Istituto italiano per gli studi storici di Napoli insieme a Benedetto Croce".
    "Di lui si dice anche che abbia salvato i quaderni di Gramsci.
    Di questo gli storici discutono ancora: avrebbe nascosto il baule con i quaderni del filosofo nella cassaforte della Banca commerciale italiana".
    "È chiaro che lui dovette iscriversi al partito fascista. Era il principale banchiere italiano. Però clandestinamente favoriva la cultura e l'antifascismo", conclude Felice.
   

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