"Uno dei più grandi personaggi del
secolo scorso: Raffaele Mattioli ha inciso nella storia
d'Italia, d'Europa e del mondo, su tre piani,
economico-finanziario, politico e culturale. L'Abruzzo, che può
vantarne i natali, dovrebbe riscoprilo e valorizzarlo: la sua
figura insegnerebbe ai giovani il rigore del comportamento dal
punto di vista etico e civile".
Così Costantino Felice, ex professore di storia economica
all'Università "D'Annunzio" di Pescara, in merito a Raffaele
Mattioli, direttore e amministratore delegato della Banca
Commerciale Italiana (Comit) durante il ventennio fascista,
mecenate, liberale di sinistra nato a Vasto (Chieti) e morto 50
anni fa a Roma, noto come "Il banchiere umanista". Lo studioso
abruzzese Felice ne discuterà in occasione della presentazione
del libro di Francesca Pino dal titolo "Raffaele Mattioli. Una
biografia intellettuale" (Il Mulino), sabato 13 gennaio a Vasto
(Chieti) al teatro Rossetti.
"Mattioli - riprende Felice - ha sostenuto e foraggiato grandi
personaggi politici durante il Fascismo, come Giovanni Malagodi,
Ugo La Malfa, Leo Valiani. Ha finanziato la Resistenza a Roma e
a Milano negli anni della guerra partigiana, ha sostenuto
periodici e creato insieme a una serie di intellettuali la
rivista 'La nuova Europa', antesignana del periodico 'Il mondo'
di Pannunzio, da cui è venuto il grande giornalismo italiano. E
ha dato anche vita all'Istituto italiano per gli studi storici
di Napoli insieme a Benedetto Croce".
"Di lui si dice anche che abbia salvato i quaderni di Gramsci.
Di questo gli storici discutono ancora: avrebbe nascosto il
baule con i quaderni del filosofo nella cassaforte della Banca
commerciale italiana".
"È chiaro che lui dovette iscriversi al partito fascista. Era il
principale banchiere italiano. Però clandestinamente favoriva la
cultura e l'antifascismo", conclude Felice.
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