"Nelle sua camera il manifesto di
Martin Luter King con lo slogan senza tempo 'I have a dream', il
valore di giustizia, insieme all'esempio cristiano della mamma,
lo hanno accompagnato per tutta la vita", così è stato descritto
dalle parole di Linda Santilli, amica di sempre e compagna di
percorso politico, Giulio Petrilli nel giorno del ricordo a lui
dedicato. Petrilli, originario di Ortona dei Marsi (L'Aquila),
da anni residente all'Aquila, è stato dirigente di Rifondazione
Comunista e amministratore Ater (Azienda territoriale di
edilizia pubblica). Nel 1980, accusato di essere uno dei leader
di Prima Linea, era stato arrestato con l'accusa di "banda
armata" e condannato al carcere duro, poi scagionato dopo sei
anni e mezzo.
La sala del Palazzetto dei Nobili era piena, questo
pomeriggio all'Aquila, per ricordare la figura di un uomo che ha
combattuto per tutta la vita per i diritti della persona.
"L'esperienza del carcere lo aveva segnato. Un occhio
danneggiato per le percosse, i risvegli notturni e gli attacchi
di panico. Si è battuto contro l'ergastolo, il regime di 41bis e
il carcere duro. Il garantismo per Giulio è stato un tema su cui
non è mai arretrato,. Invece era flessibile e disponibile al
mutamento delle idee, tra cui l'idea della violenza come strada
per cambiare le cose. Aveva riflettuto sul rapporto tra mezzi e
fini, per costruire della strada al cambiamento. Uno sforzo per
comprendere le ragioni della sconfitta che riguardava tutta la
sinistra. Infine la sua battaglia principale è stata il
risarcimento per chi subisce ingiusta detenzione, portata vanti
fino all'ultimo giorno di vita. Ha pagato il prezzo più alto per
essere un animo nobile, totalmente disinteressato ai propri
interessi personali. Ai tempi della presidenza dell'Ater abbassò
gli stipendi per sé e ai consiglieri e stabilizzò i precari.
Questa vicenda gli costò una condanna per centinaia di migliaia
di euro, un debito che ha pagato per tutta la vita". Presenti
tra gli atri all'incontro su Giulio Petrilli il segretario
nazionale del Partito della Rifondazione Comunista, Maurizio
Acerbo e il giornalista Piero Sansonetti.
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