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Ricordo di Giulio Petrilli, esempio garantismo e giustizia

Ricordo di Giulio Petrilli, esempio garantismo e giustizia

Incontro a memoria della battaglia contro l'ingiusta detenzione

L'AQUILA, 06 novembre 2023, 21:09

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Nelle sua camera il manifesto di Martin Luter King con lo slogan senza tempo 'I have a dream', il valore di giustizia, insieme all'esempio cristiano della mamma, lo hanno accompagnato per tutta la vita", così è stato descritto dalle parole di Linda Santilli, amica di sempre e compagna di percorso politico, Giulio Petrilli nel giorno del ricordo a lui dedicato. Petrilli, originario di Ortona dei Marsi (L'Aquila), da anni residente all'Aquila, è stato dirigente di Rifondazione Comunista e amministratore Ater (Azienda territoriale di edilizia pubblica). Nel 1980, accusato di essere uno dei leader di Prima Linea, era stato arrestato con l'accusa di "banda armata" e condannato al carcere duro, poi scagionato dopo sei anni e mezzo.
    La sala del Palazzetto dei Nobili era piena, questo pomeriggio all'Aquila, per ricordare la figura di un uomo che ha combattuto per tutta la vita per i diritti della persona.
    "L'esperienza del carcere lo aveva segnato. Un occhio danneggiato per le percosse, i risvegli notturni e gli attacchi di panico. Si è battuto contro l'ergastolo, il regime di 41bis e il carcere duro. Il garantismo per Giulio è stato un tema su cui non è mai arretrato,. Invece era flessibile e disponibile al mutamento delle idee, tra cui l'idea della violenza come strada per cambiare le cose. Aveva riflettuto sul rapporto tra mezzi e fini, per costruire della strada al cambiamento. Uno sforzo per comprendere le ragioni della sconfitta che riguardava tutta la sinistra. Infine la sua battaglia principale è stata il risarcimento per chi subisce ingiusta detenzione, portata vanti fino all'ultimo giorno di vita. Ha pagato il prezzo più alto per essere un animo nobile, totalmente disinteressato ai propri interessi personali. Ai tempi della presidenza dell'Ater abbassò gli stipendi per sé e ai consiglieri e stabilizzò i precari.
    Questa vicenda gli costò una condanna per centinaia di migliaia di euro, un debito che ha pagato per tutta la vita". Presenti tra gli atri all'incontro su Giulio Petrilli il segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista, Maurizio Acerbo e il giornalista Piero Sansonetti.
   

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