/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Don Buonaiuto, con codice Ateco si nega realtà prostituzione

Don Buonaiuto, con codice Ateco si nega realtà prostituzione

"Chi sarebbe felice di vedere le proprie figlie in vendita?"

ROMA, 13 aprile 2025, 17:05

Redazione ANSA

ANSACheck
- RIPRODUZIONE RISERVATA

- RIPRODUZIONE RISERVATA

"In un momento dove continui femminicidi si consumano nella nostra società in cui l'uomo non accetta il rifiuto e pretende di possedere la vita di una donna, c'è qualcuno, in nome di una falsa libertà, che vorrebbe legalizzare di fatto l'acquisto e l'utilizzo del corpo femminile". Lo sottolinea, in un intervento pubblicato da Avvenire, don Aldo Buonaiuto, sacerdote dell'associazione Comunità Giovanni XXIII, impegnato da anni contro la tratta.
    "Legittimare la prostituzione con il codice Ateco equivale a negare la tragica realtà del mercimonio coatto", sottolinea don Buonaiuto ricordando le parole di Papa Francesco secondo il quale "qualsiasi forma di prostituzione è una riduzione in schiavitù, un atto criminale, un vizio schifoso che confonde il fare l'amore con lo sfogare i propri istinti torturando una donna inerme".
    "Oggi a favorire i cosiddetti clienti - prosegue il prete della Comunità fondata da don Oreste Benzi - provvederebbe indirettamente, offrendo un appiglio a possibili spinte di legalizzazione, anche l'Agenzia dell'Entrate che, appunto attraverso il codice Ateco, si allinea dal punto di vista tecnico a quei pochi Paesi europei dove la prostituzione è legalizzata. In Italia sappiamo che non è reato prostituirsi, ma giustamente è perseguito penalmente chi favorisce o sfrutta la prostituzione altrui".
    Per il sacerdote "proprio all'inizio della Settimana Santa queste donne in vendita fanno pensare al Cristo sofferente, abbandonato e maltrattato. Così avviene anche sulle strade e nei locali di quella che alcuni vorrebbero far passare come un'attività lavorativa al pari di altre. Quindi seguendo coloro che spingono il nostro Paese verso la legalizzazione del meretricio, quanti saranno poi felici di vedere anche le proprie figlie, protette dallo Stato, vendere legalmente il proprio corpo per otto ore al giorno? Ma chi vuole promuovere la prostituzione sa cosa è la dignità di una persona? Conosce le atrocità e le umiliazioni cui sono sempre assoggettate le donne nel lasciarsi sfruttare in stato di bisogno o addirittura di schiavitù?".
    Così si "vuol fare diventare lo Stato il grande 'pappone" di donne che per la maggior parte dei casi non hanno alternative".
    "Noi della Comunità Giovanni XXIII, sulle orme del nostro fondatore don Oreste Benzi, con le donne più indifese e maltrattate ci viviamo da molti decenni e sappiamo che non è mai una libera scelta lasciarsi usare da sconosciuti in cambio di denaro. Per questo rabbrividiamo, insieme alle nostre sorelle, nel veder strumentalizzato il dolore più atroce a fini di propaganda", conclude don Aldo Buonaiuto.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza