"Di fronte all'ennesima tragedia
avvenuta in un carcere tutti abbiamo il dovere di fare qualcosa,
non è più possibile far finta di niente. La Regione vuole fare,
e sta facendo, la sua parte chiedendo risposte al Governo": lo
afferma la presidente della Regione, Stefania Proietti che,
appresa la notizia del suicidio di un detenuto avvenuto ieri
nell'istituto penitenziario di Terni, si è sentita con il
direttore del carcere Luca Sardella a cui ha espresso "il
cordoglio per la ennesima dolorosa perdita di una vita e la
vicinanza e la solidarietà al personale tutto dell'istituto che
è sempre più provato dalla insostenibilità della situazione".
La presidente ha anche ricordato che la Regione - riferisce
una nota dell'ente - continua a denunciare, sin dai primi giorni
dell'insediamento, i problemi che affliggono le carceri umbre,
dal sovraffollamento alla carenza di personale, alle carenze
strutturali di un sistema carcerario sovradimensionato rispetto
alla popolazione in cui i detenuti sono inviati da altre regioni
.
Pochi giorni fa, ancora una volta, la presidente Proietti ha
scritto al ministro della Giustizia Carlo Nordio per sollecitare
la risoluzione delle questioni che riguardano le quattro
strutture regionali.
Nella lettera la presidente ha ricordato - prosegue la nota -
"i gravissimi e ripetuti episodi di violenza che continuano a
susseguirsi, in una situazione che desta oggettivamente allarme,
esprimendo una profonda preoccupazione sia per le condizioni di
sicurezza in cui si trovano a dover lavorare gli agenti e il
personale, militare e civile, addetto alla gestione delle
carceri, sia per le
drammatiche condizioni in cui vivono quotidianamente i
detenuti".
La presidente ha anche invitato il ministro Nordio a visitare
le carceri umbre per rendersi conto dal vivo delle problematiche
che attanagliano l'Umbria più di ogni altra regione italiana.
Una richiesta avanzata dalla presidente della Regione è
quella di restituire prima possibile all'Umbria il
provveditorato regionale dell'amministrazione penitenziaria,
attualmente condiviso con la Toscana, perché come organo
periferico di livello dirigenziale generale del Ministero della
giustizia potrà seguire da vicino le questioni relative alle
carceri umbre.
"Un'altra problematica ancora più delicata - ricorda la
presidente - riguarda l'assistenza sanitaria, in particolare per
quanto attiene la salute mentale dei detenuti che è
completamente a carico della Regione anche per i reclusi che
provengono da fuori Umbria, e che sconta l'assenza di una Rems
mai realizzata nel passato ove contenere i casi psichiatrici più
critici. Il tutto in una situazione di sovraffollamento
evidente che, unito al rischio della gestione e
dell'organizzazione, deriva proprio da presenze carcerarie non
umbre".
In conclusione la presidente "chiede con forza" che il
Governo intervenga sulla questione del sistema carcerario umbro
con "una riforma seria del sistema penitenziario, con
l'immediata attuazione del provveditorato dell'Umbria, con
l'assunzione di personale di vigilanza e con il concorso alle
spese sanitarie che permetta la realizzazione di una Rems e più
in generale di politiche socio sanitarie in grado di ridurre le
tensioni e soprattutto i rischi per la vita delle persone,
detenuti e personale. Occuparsi della soluzione del sistema
carcerario umbro è una questione morale oltre che giuridica -
osserva - di dignità delle persone e di funzione della
rieducazione della pena. La questione del sistema carcerario
umbro non può più attendere. Ci faremo portavoce instancabili,
oltre a fare la nostra parte per quanto riguarda gli aspetti
sociali e sanitari, delle istanze della comunità carceraria, dei
reclusi ma anche di tutti i lavoratori, chiedendo con forza
condizioni dignitose per chi è recluso e per tutti coloro che
operano nelle carceri umbre. Oggi purtroppo così non è".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA