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- RIPRODUZIONE RISERVATA
(di Gianluigi Basilietti) Una mansio romana, segnalata anche nell'antica Tabula
Peutingeriana, è stata riportata alla luce in Umbria, negli
scavi archeologici di Coriglia, comune di Castel Viscardo, a
pochi chilometri da Orvieto. L'ANSA l'ha visitata in esclusiva
durante l'ultima campagna di scavi che ha di fatto certificato
che si trattasse proprio di una stazione di sosta al centro di
una cruciale viabilità sia terrestre, rappresentata dalla via
Cassia e dalla via Traiana Nova, sia fluviale con il fiume
Paglia, in vita dalla fine del secondo secolo avanti Cristo fino
alla metà del quarto dopo Cristo. "Si sviluppa su un
terrazzamento artificiale affacciato sulla valle del fiume
Paglia e distante in linea d'aria poco più di 600 metri
dall'attuale alveo", spiega Silvia Simonetti, l'archeologa che
segue i lavori di scavo, dati al Comune di Castel Viscardo in
regime di concessione ministeriale e in accordo con la
Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio dell'Umbria.
"Il sito - spiega la studiosa - è stato frequentato
ininterrottamente dalla fine dell'ottavo secolo avanti Cristo
fino al periodo medievale. Nella tarda età repubblicana -
aggiunge - viene sistemato realizzando imponenti murature di
terrazzamento in opera incerta di accurata fattura e monumentali
opere idrauliche di bonifica, con un cospicuo investimento di
risorse". "La mansio di Coriglia - sottolinea ancora Silvia
Simonetti - offriva ai viaggiatori la possibilità di rigenerarsi
in vasche da cui sgorgavano acque sulfuree le cui sorgenti
ancora zampillano a poche centinaia di metri dal sito, in
impianti termali dalle opulente decorazioni architettoniche,
rifocillandosi con cibo e vino conservati all'interno di un
magazzino ipogeo coperto da una volta a botte, prima di
riprendere il viaggio e attraversare il fiume. L'area aperta
all'ingresso dell'insediamento, che è stata scoperta nella
campagna di scavi appena conclusa e localizzata in
corrispondenza delle strade glareate di accesso alla mansio -
spiega ancora Simonetti - suggerisce la presenza di una vasta
zona di accoglienza e di ricovero per mezzi e animali. La
struttura di ospitalità si inserisce in una rete di tappe poste
lungo itinerari ufficiali utilizzati soprattutto da uomini e
mezzi che viaggiavano per conto del governo centrale. E questo è
ben testimoniato dalla Tabula Peutingeriana, una pergamena
itinerario simile alle odierne mappe stradali, copia del XIII
secolo di una carta in cui erano riconoscibili le principali
infrastrutture viarie della tarda romanità". Proprio in un
segmento di questo antico rotolo compare, nei pressi
dell'attraversamento del Paglia, l'indicazione di una stazione
di sosta chiamata proprio con il nome del fiume". "I
ritrovamenti - monete, anelli e terrecotte custoditi nel piccolo
museo di Castel Viscardo - "lasciano presupporre che possa
trattarsi proprio del sito di Coriglia indagato dal 2006 ad oggi
dal Saint Anselm College sotto la direzione scientifica del
prof. David George, da quest'anno affiancato dalla professoressa
Amanda K. Chen del KansasCity Art Institute", conclude
l'archeologa.
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