L'Italia che salta nell'oro ha il viso finalmente felice di Larissa Iapichino e l'emozione di Andy Diaz. Agli Europei indoor di atletica di Apeldoorn c'è tanto azzurro, perché dopo l'argento di Mattia Furlani sempre dalla pedana olandese la campionessa toscana, figlia d'arte, si prende il titolo al coperto nel lungo con un balzo tra le grandi: plana a 6.94 e trionfa 27 anni dopo mamma Fiona May.
L'argento due anni fa a Istanbul, sempre al coperto, e ora arriva la medaglia più preziosa vinta davanti alla svizzera Annik Kalin (6,90) e alla tedesca Malaika Mihambo (6,88). "Lo volevo fino in fondo, sono felice, sono fiera di me stessa - le parole dell'azzurra, che ha saltato nell'oro davanti a mamma e papà - è il mio primo titolo senior, Il mio punto di partenza, riparto da qui. Mamma Fiona? L'ho battuta...ho vinto il titolo con tre centimetri in più. Era la gara in cui volevo fare questo step. Lo dedico a tutti quelli che sono resilienti in quello che fanno, come ho fatto io, mi sono rialzata e non ho smesso mai di provarci".

E si tinge decisamente d'azzurro anche il triplo maschile: il fuoriclasse nato a L'Avana si laurea campione del continente, in una gara con l'Italia grande protagonista. Il bronzo va infatti a Andrea Dallavalle, che inizia con un buon salto a 17 metri esatti. Fa subito paura il tedesco Max Hess con 17,43, invece Diaz non fa meglio di 16,37, al terzo posto provvisorio. Ma poi l'italo-cubano allenato da Fabrizio Donato comincia a farsi vedere e atterra a 17,05, regalando però 22 centimetri allo stacco. È il vero Diaz quello che decolla a un super 17,71 con il quinto salto: migliore prestazione mondiale dell'anno, a quattro centimetri dal suo record italiano (17,75 all'aperto) e a due dalla misura più lunga di sempre al coperto per un azzurro. Per Dallavalle la gara prosegue con 16,84 e nulla di fatto per Hess che forza troppo l'azione e non completa il 'jump'. Ultimo salto: Dallavalle abbozza il salto, non riesce a chiuderlo, ma si gode la medaglia: è di nuovo sul podio a tre anni dall'argento outdoor conquistato a Monaco di Baviera nel 2022. Il nullo di Hess, argento dopo quattro bronzi di fila, consegna la vittoria a Diaz. Con l'oro già al collo Diaz cerca di incrementare, plana vicino al suo miglior salto, ma è nullo di appena mezzo centimetro. Terzo titolo azzurro nella storia della manifestazione, dopo Donato a Torino 2009 (sedici anni e un giorno fa) e Daniele Greco a Goteborg 2013. "E' stato difficile ma divertente. Ho aggiustato la mia rincorsa e la mia ansia e sono riuscito a fare il salto giusto - dice emozionato Diaz, nato a L'Avana, fuggito in Italia dove con Fabrizio Donato, suo coach, ha trovato la sua seconda vita -. 'Io sono qui' è il titolo che do a questa medaglia. Il mio sogno era cantare l'inno di Mameli ed è arrivato il giorno, sono molto emozionato, è arrivato il momento di cantare l'inno". E la pedana, stavolta dell'alto, regala anche il bronzo con Matteo Sioli che, a soli diciannove anni, è già protagonista a livello assoluto, dopo l'argento mondiale under 20 della scorsa estate. Sale a 2.29 alla seconda che vale il podio. Quarto l'altro azzurro Manuel Lando. Quattro medaglie, due ori e due bronzi che fanno sorridere l'Italia.
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