L'arcivescovo di Colonia, Rainer Maria Woelki, si prepara a un "conclave più lungo" dell'ultima volta. E in un'intervista all'ANSA, rilasciata alla vigilia della partenza per Roma, assicura: "Non ci sarà una falange tedesca". I tre cardinali chiamati dalla Germania e votare per il futuro Papa risponderanno individualmente alla propria coscienza. L'eredità di Bergoglio? "È stato un uomo di fede. Vicino alla gente. Ha reso tangibile Gesù in tutte le sue sfaccettature", "vicino ai poveri, ai migranti, impegnato per la vita, per la pace e contro la guerra".
A chi in Germania gli sta contestando di non aver portato a termine la missione riformatrice Woelki risponde: "E' sempre difficile dire 'si poteva fare di più'. L'uomo è sempre incompleto. La completezza è solo in Dio. Se non tutto è stato compiuto tocca a noi andare avanti", sulla scia di Francesco. Woelki, che volerà domani a Roma, racconta: "Io ho partecipato finora soltanto a un conclave, l'ultimo. E questo si tenne sotto una stella completamente diversa, in ragione del passo indietro di Papa Benedetto. Allora ci fu un certo lasso di tempo fra le dimissioni e l'insediamento. E ci furono ancora 4 giorni in cui non si tenne alcuna assemblea generale. Benedetto viveva, Francesco adesso è morto. Penso che tutto avverrà stavolta con una certa frenesia".
Sarà più complessa la missione di eleggere il Papa, nel contesto della crisi della chiesa? "Io mi preparo a un conclave più lungo, o perlomeno a un pre-conclave più lungo - risponde -. Adesso i cardinali dovranno innanzitutto avere del tempo per conoscersi fra loro. È importante che ognuno abbia la possibilità di dare il suo contributo, per far capire come la situazione della chiesa viene giudicata nei diversi continenti, quali sfide vi siano e quali requisiti debba avere il nuovo papa. Credo inoltre che in una società controversa vengano proiettati anche modi di vedere controversi. In altri continenti la situazione è diversa dalla nostra società europea. Decisivo sarà che si riconosca, sotto la guida dello Spirito santo, il candidato che Dio ha individuato per poter portare avanti questo compito. Un papa che abbia un cuore per la gente, un uomo della fede, un uomo della Chiesa. Che possa dare orientamento e che sappia tutelare il fondamento dell'unità della Chiesa".
Quale linea rappresenterà quella tedesca? "Ognuno di noi sta lì per se stesso, con la sua coscienza davanti a Cristo. E ognuno di noi deve agire e decidere per sé, non c'è una falange tedesca in questo conclave". Quando gli si fa notare che la chiesa cattolica in Germania sembra più aperta al cambiamento di quella romana, la replica è ferma: "La chiesa in Germania è una figlia fedele di Roma. È parte della chiesa universale, non è una chiesa nazionale". E tornando alla elezione poi afferma: "Il conclave è sempre difficile. Si tratta di scegliere il successore di San Pietro. Non di vedere cosa voglio io, cosa un singolo cardinale. Non si tratta di politica ecclesiastica o di politica del personale, o di far prevalere una corrente, che sia conservatrice o progressista. Né di stabilire a priori che un conservatore sia di per sé un cattivo papa, o che se arriva un progressista sarà considerato male dagli altri e porterà il caos. Deve essere identificato quello che vuole Cristo e bisogna fare di tutto perché assomigli a lui". Quale profilo dovrà avere il successore di Francesco? "Come una volta disse Gandhi: dovreste emanare di più l'odore di Gesù. Un Papa deve avere l'odore di Cristo. E se un Papa ha l'odore di Cristo ha un profilo a cui non si può opporre resistenza". "Io sono per le riforme - conclude l'arcivescovo di Colonia -. Ma per riforme che vengano da Cristo, che vengano dal vangelo. E la prima riforma inizia sempre da me, nel momento in cui mi oriento al vangelo e divento più conforme a Cristo. Questo vale per ogni fedele, e in modo particolare per il Papa".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA