Due anni di governo, un sondaggio - rivendicato via social - che riporta le lancette ad inizio 2023 quando la Luna di miele con gli italiani non era ancora terminata. Il cavallo di battaglia della sicurezza e della vicinanza agli agenti. Il sud, nuova frontiera elettorale con vista regionali. Lo scontro con la magistratura. La Direzione nazionale di FdI - convocata sabato al Centro congressi Alibert di Roma - si preannuncia decisamente calda. Con i vari oratori pronti ad allargare le spalle davanti alle sfide presenti (giustizia, caso Almasri) e future (voto amministrativo su tutto) forti di un indice di gradimento (30,1%) che per la stessa premier e leader politica, Giorgia Meloni, "significa una cosa sola: che il lavoro che stiamo facendo per difendere l'interesse nazionale, creare opportunità per le nostre imprese e rafforzare la nostra Nazione è quello giusto".
Un rinnovato entusiasmo ad "andare avanti a testa alta" che nemmeno le beghe interne - da ultimo il caso della ministra Daniela Santanchè, che qualche imbarazzo a via della Scrofa lo ha portato - potranno smorzare. Nemmeno i tanti "forse" che vengono ripetuti oggi, a poche ore dal via dei lavori della Direzione, sulla presenza di Meloni. "E' a Milano", si limita a dire un suo colonnello che scommette più su un videomessaggio o un videocollegamento che a una sorpresa dell'ultimo minuto. E a Milano c'è anche Santanchè, che però - chiudendo a possibili retroscena di incontri meneghini con la premier - è data quasi per certa ai lavori romani di FdI. Una presenza silenziosa, ma politicamente pesante - soprattutto in chiave interna al partito - dopo la bufera delle ultime settimane. La ministra è accusata di truffa aggravata all'Inps, con il rischio di un (nuovo) rinvio a giudizio e quindi dimissioni dal governo come chiedono le opposizioni.
Ministri Fdi tutti invitati e attesi quasi al completo al centro congressi i cui lavori saranno aperti da Francesco Lollobrigida e chiusi, con ogni probabilità, da Arianna Meloni. Ma FdI è pronta a fare il punto anche con la propria base e alla vigilia della Direzione arriva il sondaggio che periodicamente sottopone a iscritti e militanti. E che testa i 'suoi' anche sulla vicenda Almasri e sulla successiva iscrizione nel registro degli indagati per Meloni, Nordio, Piantedosi e il sottosegretario Mantovano. Sulla scarcerazione e il rimpatrio 4 le opzioni di voto: il governo ha fatto bene, il governo ha sbagliato oppure "non so" o "altro".
Sulla premier indagata, si può scegliere tra: "era un atto dovuto" oppure "è un'intromissione indebita nelle scelte del governo". Si chiedono inoltre valutazioni, con voti da 0 a 10, alla presidente del Consiglio, ai vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini e di indicare quale ministro si apprezza di più. Un quesito, quest'ultimo, che potrebbe rinfocolare le incomprensioni tra alleati. Da ultima, quella che ha visto Forza Italia rispondere stizzita alle parole di Giovanni Donzelli, reo di aver sminuito il ruolo di Berlusconi nella costruzione del centrodestra. A scendere in campo oggi è lo stesso leader azzurro, che chiede "rispetto" e di "non negare il suo ruolo storico fondamentale".
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