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Carta, Ue, antifascismo. I punti fermi di Mattarella

Carta, Ue, antifascismo. I punti fermi di Mattarella

Nel cuore degli italiani con le foto simbolo del Covid e di Wembley

ROMA, 31 gennaio 2025, 11:24

di Fabrizio Finzi

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Il Giorno della Memoria - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il Giorno della Memoria - RIPRODUZIONE RISERVATA

Uomo del dialogo, parlamentarista convinto, europeista di ferro ed interprete dell'unità del Paese. Sergio Mattarella guida il Quirinale da ben 10 anni, un record di permanenza che ha subito più che cercato, nel quale i punti fermi si sono esplicitati attraverso atti e parole.

Cerchiamo di riassumerli in un lavoro di sintesi certamente non esaustivo di un decennale ricco di avvenimenti, crisi di governo, fibrillazioni politiche e tensioni internazionali. E anche attraverso immagini che raccontano meglio delle parole la figura del primo presidente siciliano.

LA COSTITUZIONE - Vero filo conduttore dell'impegno di Mattarella al Quirinale, i dettami costituzionali sono stati costantemente citati, come dimostra sin dall'inizio nel discorso d'insediamento del 2015: "La strada maestra di un Paese unito è quella che indica la nostra Costituzione", disse davanti al Parlamento riunito in seduta comune.

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L'EUROPA - Scelta "irreversibile" dell'Italia. Su questo concetto il presidente è stato chiaro fin dall'inizio arrivando ad esercitare le sue prerogative quando, nella formazione del primo governo Conte sostenuto da Lega e M5s, mise il veto alla nomina dell'economista euroscettico Paolo Savona alla guida del ministero dell'Economia.

I DIRITTI - Tema scritto nel dna del presidente cattolico progressista che si è speso senza soluzione di continuità per preservarli anche quando alcuni decreti li mettevano a rischio. "Non è democrazia senza la tutela dei diritti fondamentali di libertà", disse nel 2023. Ma negli anni Mattarella ha declinato questa esigenza nei campi più diversi, da quello dell'informazione a quello delle garanzie per i detenuti.

 

ANTIFASCISMO - "La Resistenza in armi e la lotta partigiana non furono espressioni di avanguardie separate", esordì nel suo primo intervento per il 25 aprile, nel 2015 e fece subito capire che non avrebbe tollerato negazionismi. Se "l'antifascismo fu e resta elemento costituivo dell'Italia repubblicana", il presidente ha fatto proprio anche uno slogan che ha accompagnato le manifestazioni di diverse generazioni: "Ora e sempre Resistenza!".

 

UNITÀ DEL PAESE - Abbattere "le disomogeneità territoriali" e non permettere "squilibri di reddito e welfare" tra nord e sud. Mattarella ne ha fatto un mantra battendo le province italiane. Sento "la responsabilità di rappresentare l'unità che lega indissolubilmente i nostri territori, dal Nord al Mezzogiorno", disse aprendo il suo primo settennato. Più delle dichiarazioni a volte sono le immagini a illuminare il personaggio Mattarella.

 

ALTARE DELLA PATRIA - Rimane ferma nell'immaginario degli italiani la foto del presidente all'ospedale Spallanzani, in piena era Covid, in paziente attesa del vaccino insieme a tanti altri cittadini. Ma decisamente iconico è lo scatto che veicolò la spiazzante immagine di Mattarella con la mascherina che scende lo scalone dell'Altare della Patria, solo nel bianco abbagliante dei marmi.

 

POLITICA ESTERA - Un gesto storico di riconciliazione che descrive un atteggiamento inusuale tra due capi di Stato, emozionati insieme di fronte al ricordo di un massacro. E' la foto, mano nella mano in raccoglimento, di Sergio Mattarella e il presidente sloveno Borut Pahore davanti alla foiba di Basovizza. Luogo dove i partigiani jugoslavi scaraventarono nel 1945 duemila nostri connazionali. Un segno potente, spontaneo e fuori dal protocollo.

 

GIOVANNI E IL BARBIERE - "Giovanni, anche io non vado dal barbiere". E' certamente questo il "fuorionda" più famoso della storia quirinalizia. Il Covid mordeva e Mattarella stava facendo le prove per il suo discorso di fine anno quando, Giovanni, il suo portavoce gli faceva notare che era spettinato. Il presidente provò a metterli in ordine con il gesto di una mano e poi la famosa frase che fece percepire ai cittadini il capo dello Stato come uno di loro, senza neanche il privilegio di un taglio di capelli.

IL PRESIDENTE TIFOSO - Quasi come Pertini ai mondiali di Spagna del 1982! Sui social questo è stato il commento più gettonato all'immagine di Sergio Mattarella che esultava a Wembley per la vittoria dell'Italia agli Europei nel 2021. Indimenticabile la foto del presidente a braccia alzate in tribuna, felice come un vero tifoso e, per una volta, decisamente meno compassato del solito.

 

 

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