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Continua il dialogo Usa-Russia con uno scambio di detenuti

Continua il dialogo Usa-Russia con uno scambio di detenuti

Mosca rilascia una ballerina, aveva donato meno di 100 dollari a una fondazione pro Kiev. Nuovo incontro a Istanbul 

ROMA, 10 aprile 2025, 20:17

di Alberto Zanconato

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Ksenia Karelina © ANSA/EPA

Ksenia Karelina © ANSA/EPA

Pur in assenza di segnali di un accordo che metta fine al conflitto in Ucraina, Russia e Usa continuano il dialogo bilaterale, che ha portato ad un nuovo scambio di prigionieri, mentre a Istanbul si è svolto un altro incontro volto a normalizzare il lavoro delle rispettive sedi diplomatiche, penalizzato dalle sanzioni seguite all'inizio dell'invasione russa.

Lo scambio di detenuti è avvenuto all'aeroporto di Abu Dhabi, alla presenza del direttore della Cia, John Ratcliffe, che ha condotto in prima persona le trattative. L'operazione ha portato alla liberazione della ballerina russo-americana Ksenia Karelina, che stava scontando in Russia una condanna a 12 anni di reclusione per tradimento. La donna, arrestata nel gennaio 2024 a Ekaterinburg durante un viaggio per visitare i familiari, era accusata di avere raccolto fondi per finanziare l'esercito ucraino. I suoi amici e conoscenti hanno invece detto che aveva in realtà donato circa 50 dollari ad una organizzazione umanitaria ucraina. Karelina "è stata detenuta ingiustamente dalla Russia per più di un anno e il presidente Trump ha assicurato il suo rilascio", ha scritto su X il segretario di Stato americano Marco Rubio, ripostando una fotografia che ritrae la donna a bordo dell'aereo che la sta riportando negli Usa, mentre mostra la bandiera americana.

Il servizio d'intelligence interna russo (Fsb), ha diffuso un video dello scambio, sulla pista dell'aeroporto emiratino, che ha portato al rilascio da parte degli americani di Artur Petrov, cittadino russo e tedesco, arrestato nel 2023 a Cipro su richiesta degli Stati Uniti per presunta esportazione verso la Russia di dispositivi microelettronici sensibili in violazione delle sanzioni.

Si tratta del secondo scambio di prigionieri tra Mosca e Washington dall'insediamento del presidente americano Donald Trump, che ha avviato con la Russia un dialogo per cercare di migliorare le relazioni bilaterali e promuovere una pace negoziata in Ucraina. Lo scorso febbraio la Russia aveva liberato l'insegnante americano Marc Fogel in cambio dello specialista di computer russo Alexander Vinnik. Mentre nell'agosto dello scorso anno c'era stato il più grande scambio di prigionieri dalla fine della Guerra Fredda, con il rilascio da parte della Russia di dissidenti e giornalisti, tra cui il reporter del Wall Street Journal Evan Gershkovich, contro la liberazione di diversi presunti agenti dei suoi servizi detenuti in Paesi occidentali.

Mentre avveniva l'ultimo scambio, nel consolato generale russo di Istanbul era in corso un nuovo incontro tra una delegazione di Mosca e una di Washington per cercare di riportare alla normalità le attività delle rispettive ambasciate e consolati. I colloqui, dopo quelli svoltisi sempre nella città turca il 27 febbraio, sono durati cinque ore e mezza, e secondo il Dipartimento di Stato hanno portato alla definizione di un accordo sull'accesso ai servizi bancari per i diplomatici dei due Paesi, nonostante le sanzioni americane contro Mosca.

L'ambasciatore russo a Washington, Alexander Darchiev, che guidava la delegazione di Mosca, ha parlato di "atmosfera positiva" che ha reso possibile "fare progressi" nella soluzione dei problemi.

L'Ucraina e la Cina rimangono intanto ai ferri corti, dopo la cattura da parte delle truppe di Kiev di due militari cinesi che combattevano con i russi e la denuncia delle autorità ucraine sulla presenza di almeno altri 155 e forse molti di più. Pechino ha invitato "le parti interessate a essere sobrie sul ruolo della Cina" nel conflitto, astenendosi "da qualsiasi commento irresponsabile". Mentre Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha detto che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky "sbaglia" a dire che Mosca vuole trascinare la Cina nel conflitto. Ma Zelensky è tornato ad accennare ad un possibile ruolo del governo cinese nel reclutamento dei suoi cittadini. "È assolutamente evidente che non si tratta di casi isolati, ma piuttosto di sforzi sistematici da parte della Russia, in particolare sul territorio e sotto la giurisdizione della Cina, per reclutare cittadini di quel Paese per la guerra", ha affermato sui social il presidente ucraino. 

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