Il Collegio nazionale dei
giornalisti (Cnp) del Venezuela ha riferito che la repressione
contro gli operatori dei media si è intensificata nel Paese
sudamericano e che 13 colleghi sono tuttora detenuti, vittime di
arresti arbitrari e false accuse prive di prove. Secondo il
segretario generale del Cnp Caracas, Edgar Cárdenas, il
Venezuela è diventato "un luogo ostile per i giornalisti",
perché il governo del presidente de facto Nicolás Maduro li
considera "suoi nemici".
"La repressione si è intensificata dopo le elezioni
presidenziali del 28 luglio 2024", ha detto Cárdenas durante una
conferenza stampa a cui hanno partecipato diverse ong per i
diritti umani (tra cui Provea), familiari e avvocati dei 13
giornalisti e operatori dei media attualmente agli arresti,
molti dei quali privati della possibilità di comunicare con i
loro parenti o di cui non si hanno più notizie.
"Finora nel 2025 si sono verificati 54 attacchi alla stampa e
diversi casi di intimidazione, ostruzione della copertura
mediatica, minacce, molestie, chiusure di stazioni radio, furto
e confisca di attrezzature e aggressioni fisiche e verbali", ha
aggiunto Cárdenas.
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