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Trump, 'la Crimea resta ai russi'. Ma Zelensky resiste

Trump, 'la Crimea resta ai russi'. Ma Zelensky resiste

Sindaco Kiev: 'Cedere territori in cambio di pace'. Lavrov, 'Russia pronta a raggiungere un accordo sull'Ucraina'. Generale ucciso in un attentato vicino a Mosca

ROMA, 25 aprile 2025, 20:09

di Alberto Zanconato

ANSACheck
US Middle East envoy Steve Witkoff © ANSA/AFP

US Middle East envoy Steve Witkoff © ANSA/AFP

"La Crimea resterà con la Russia, e Zelensky lo capisce". Donald Trump ha espresso chiaramente la sua posizione in un'intervista al Time prima che il suo inviato speciale Steve Witkoff tornasse al Cremlino per incontrare Vladimir Putin e con lui fare il punto sui negoziati. Un colloquio "costruttivo e molto utile" durato tre ore, durante le quali si è parlato della possibilità di avviare trattative dirette tra Mosca e Kiev, secondo la parte russa. Ma il presidente ucraino Volodymyr Zelensky tiene il punto: la Crimea "appartiene" all'Ucraina, e la posizione di Kiev su questo "resta immutata". In Crimea "ci sono sempre stati i russi" e "la popolazione parla in gran parte russo", e comunque è già stata "consegnata" a Mosca dall'allora presidente Barack Obama, ha affermato l'inquilino della Casa Bianca, riferendosi all'annessione della penisola sul Mar Nero da parte di Mosca nel 2014.

 

Trump comunque non ha escluso di potere incontrare il presidente ucraino a Roma in occasione dei funerali di Papa Francesco. Anche se da Kiev Zelensky ha fatto sapere che potrebbe rinunciare alla trasferta in Vaticano a causa di "diverse riunioni militari" in programma. La Ue aveva detto nei giorni scorsi di sostenere Zelensky nel suo rifiuto di accettare il riconoscimento americano della Crimea russa. Ma i temi su cui le posizioni tra Washington e gli europei appaiono inconciliabili sono molti, stando all'agenzia Reuters, che afferma di aver visto sia il testo delle proposte americane per una soluzione negoziata, sia le risposte di Kiev, Francia, Gran Bretagna e Germania. Secondo il piano illustrato da Witkoff il 13 aprile in un incontro a Parigi, l'amministrazione Trump vorrebbe non solo dichiarare ufficialmente la Crimea come russa, ma anche riconoscere di fatto il controllo di Mosca sugli altri territori finora conquistati in Ucraina. Gli Usa propongono inoltre la revoca delle sanzioni adottate contro la Russia fin dal 2014.

La controproposta di Kiev e degli europei è invece di "rinviare una discussione dettagliata sui territori fino a dopo un cessate il fuoco" e mettere in cantiere solo "un graduale allentamento delle sanzioni dopo che sarà raggiunta una pace sostenibile". Posizioni distanti anche sulle garanzie di sicurezza da dare all'Ucraina, con gli Usa che comunque escludono una sua adesione alla Nato. Europei e ucraini vorrebbero che non ci fosse alcuna restrizione al dispiegamento di forze militari occidentali e l'estensione al territorio ucraino dell'articolo 5 del Patto atlantico, che prevede l'intervento di tutti i membri dell'Alleanza nel caso in cui uno di essi fosse attaccato. Ma tra gli europei cosiddetti 'volenterosi' - Londra e Parigi in testa - che ipotizzavano l'invio di truppe in Ucraina, si scorge qualche segno di cedimento. Il Times scrive di aver saputo da fonti governative e militari che il Regno Unito sta valutando di abbandonare l'idea d'inviare "migliaia" di suoi militari a presidiare il territorio ucraino sul terreno, considerando "troppo alti" i pericoli per la loro sicurezza e quelli di un'escalation di fronte ai moniti di Mosca e all'assenza di tutele concrete da parte americana.

Lo stesso varrebbe per gli alleati europei, secondo il quotidiano britannico. Nessuna smentita da parte di Downing Street. Alla richiesta di commentare l'articolo, una portavoce del premier Keir Starmer si è limitata a rispondere che "lo sviluppo dei piani" sul dispiegamento della coalizione procede "di buona lena" e che "tutte le opzioni sono sul tavolo". Intanto sul terreno gli ucraini denunciano un nuovo bombardamento russo su un edificio residenziale a Pavlohrad, nella regione orientale di Dnipropetrovsk, dove, secondo l'amministrazione militare, sono rimaste uccise tre persone, tra cui un bambino, e altre otto sono rimaste ferite. Ma Putin e Witkoff non hanno discusso solo di Ucraina. Il colloquio ha "permesso di avvicinare ulteriormente le posizioni della Russia e degli Usa anche su una serie di altre questioni internazionali", ha detto il consigliere presidenziale russo per la politica estera, Yuri Ushakov. Probabilmente un riferimento alla questione del nucleare iraniano, che domani vedrà impegnato Witkoff in Oman per una nuova tornata di trattative, dopo quella di Roma. La Russia ha più volte detto di volere contribuire a una soluzione negoziata del braccio di ferro. E Trump si è detto convinto che i colloqui "stiano andando molto bene".

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