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Il biografo di Merkel: 'Merz è troppo emotivo'

Il biografo di Merkel: 'Merz è troppo emotivo'

'Con l'Afd ha sbagliato, Alice Weidel non è come Giorgia Meloni'

BERLINO, 22 febbraio 2025, 20:40

di Rosanna Pugliese

ANSACheck
Angela Merkel - RIPRODUZIONE RISERVATA

Angela Merkel - RIPRODUZIONE RISERVATA

Alice Weidel non è Giorgia Meloni.  E l'asse con Afd, tentato in Parlamento, è stato un errore grave di Friedrich Merz. Questo ha dimostrato che il probabile futuro cancelliere tedesco sia troppo "emotivo". E ha prodotto la crescita della sinistra, che renderà difficile una coalizione a due in Germania. Il rischio di questo quadro è "l'instabilità politica a Berlino, con danni anche in Europa".

È questa l'analisi di Ralph Bollmann, il biografo di Angela Merkel, che in un'intervista all'ANSA dice: "Fino a qualche anno fa sarebbe stato difficile immaginare che la Germania avesse relazioni politiche meno stabili dell'Italia". E su Donald Trump afferma: "Merkel fece da contrappeso al presidente Usa, nella democrazia occidentale. Oggi una figura del genere in Europa manca".

Quando gli si chiede un giudizio sul leader della Cdu, Bollmann ammette: "Come biografo di Merkel sono un po' condizionato su questo. A lungo ho avuto l'impressione che Merz non fosse affatto un politico: non ha mai avuto una responsabilità amministrativa. E può anche essere molto emotivo, reagendo impulsivamente. L'anno scorso aveve percepito un cambiamento: pensavo avesse imparato e che potesse tener sotto controllo questo aspetto. Poi a fine gennaio è arrivata la decisione di accettare i voti di Afd al Bundestag sulla stretta sui migranti, e adesso ho di nuovo dei dubbi". Riserve sul metodo e nel merito: "I controlli alle frontiere permanenti, ad esempio, sarebbero la fine di Schengen. E al pensiero che il suo successore alla guida della Cdu faccia una cosa del genere, Helmut Kohl si rivolterebbe nella tomba". Il risultato, inoltre, si vede nei sondaggi: "Ha irrobustito la sinistra della Linke, riattivando la linea antifascista. E questo potrebbe avere come conseguenza che i numeri non basteranno per la coalizione nero-rossa". Interessante è anche che la Grande coalizione, vituperata alla fine dell'era Merkel, oggi sia di nuovo un obiettivo: "Tre anni fa era al declino. Adesso sembra l'ultima salvezza per un governo stabile. Ci si può solo augurare che quello che uscirà dal voto basti. Un governo a tre potrebbe portare al caos".

Bollmann non vede sostanziali differenze nella politica estera fra il candidato dell'Unione e l'uscente cancelliere Olaf Scholz, e di quest'ultimo prevede l'uscita dai giochi: "Ha detto lui stesso che non entrerà nell'esecutivo di Merz". Anche sul cosiddetto "Brandmauer", il cordone sanitario che isola l'estrema destra è molto netto: "Afd non appartiene all'arco costituzionale", afferma il giornalista che ha studiato a Bologna, dove ha imparato ad amare l'Opera, citando consapevolmente una formula italiana. "Meloni e Le Pen hanno ammorbidito i programmi nel presentarsi alle elezioni. Afd lo ha reso sempre più radicale. E questa è una differenza da non sottovalutare. Speriamo di non avere Weidel cancelliera nel 2029, perché questo avrebbe un'altra qualità".

A proposito delle tirate di Donald Trump contro l'Europa, Bollmann non è fra gli ottimisti: "Dire che la situazione non sia così negativa mi sembra wishfull thinking. Non si sa se Trump non cambierà di nuovo posizione all'improvviso, ma credo che la situazione sia seria e gli europei devono capire come vogliono riorganizzare la loro difesa". Questo era prevedibile da anni ed è "scandaloso che non si sia fatto prima. La novità è che Trump abbia per ora assunto la narrativa russa 1 a 1", aggiunge. In questo quadro anche il ruolo di Giorgia Meloni come "pontiere" fra Usa e Ue sarebbe saltato: "Non penso che ci sia più molto da mediare - ha detto -. Ma credo che la premier italiana abbia una posizione importante, perché è una dei pochi leader populisti di destra che sta al fianco dell'Ucraina e non assume la retorica di Putin. E questo è interessante anche in Europa". 
   

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