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Eventi - In collaborazione con Rapporto di Primavera
Spingere sull'acceleratore della transizione ecologica e digitale per avere un Pil più alto dell'1,1% nel 2035 e dell'8,4% nel 2050, rispetto allo scenario base. E' l'opportunità delineata dal "Rapporto di primavera 2025" dell'Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile, che sottolinea come dal green e dall'innovazione possano scaturire dinamiche positive per l'industria, l'agricoltura e i servizi, una disoccupazione più bassa e una riduzione del debito pubblico.
E il direttore scientifico dell'Asvis, Enrico Giovannini, chiede di "accelerare la transizione, non rallentarla, e sostenerla con investimenti innovativi a tutto campo, perché questo produrrebbe risultati positivi per tutti i settori". Sulla stessa linea Paolo Gentiloni, intervenuto all'inaugurazione del Festival: "il nodo della competitività nel nostro paese e in Europa non si scioglie fermando il cammino verso la transizione ecologica". Il rapporto, infatti, evidenzia come le imprese italiane che investono in sostenibilità aumentino la produttività, la competitività e la solidità finanziaria.
Le aziende manifatturiere sostenibili registrano una produttività più alta del 5-8% rispetto alle altre e quasi il 50% delle imprese ha adottato almeno una pratica di economia circolare con risultati finanziari migliori, maggiori investimenti e minore indebitamento. Le prospettive, puntando forte sulle politiche di transizione, sarebbero rosee anche per il comparto industriale, che vedrebbe il valore aggiunto aumentare dell'1,7% nel 2035 e del 14,9% nel 2050: "Un valore maggiore di quello che sperimenterebbe la Germania nello stesso periodo", si legge nello studio.
Tuttavia criticità e incognite a livello mondiale rischiano di frenare questo percorso. Le minacce maggiori, secondo l'Asvis, vengono dalla crisi del multilateralismo, dalla disinformazione e dal ritorno dei nazionalismi. Da qui anche l'urgenza, per l'Italia, di mettere a punto un Piano di Accelerazione Trasformativo che si regga su cinque pilastri: "Benessere e capacità umane; economie sostenibili e socialmente eque; sistemi alimentari sostenibili e alimentazione sana; decarbonizzazione dell'energia e accesso universale a essa; sviluppo urbano e periurbano, protezione dei beni comuni ambientali". Insomma non è il tempo dell'immobilismo, come ricorda anche il presidente dell'Asvis, Pierluigi Stefanini: "L'inazione ha costi crescenti, mentre investire nella sostenibilità conviene, perché aumenta la redditività delle imprese e genera benessere sociale".
E' "necessario e urgente" per l'Italia elaborare un Piano di Accelerazione Trasformativo che si regga su cinque pilastri: "Benessere e capacità umane; economie sostenibili e socialmente eque; sistemi alimentari sostenibili e alimentazione sana; decarbonizzazione dell'energia e accesso universale a essa; sviluppo urbano e periurbano, protezione dei beni comuni ambientali". E' l'appello dell'Asvis contenuto nel "Rapporto di Primavera 2025" dove si ricorda anche come il Piano sia già stato promesso dal nostro Paese in sede Onu nel 2023. Sul primo punto, e in particolare nel campo della salute, per l'Asvis è prioritario ottimizzare le risorse e l'organizzazione dei servizi sanitari. Per portare il sistema educativo all'altezza delle sfide attuali, e di quelle future, occorre "migliorare gli apprendimenti; rafforzare il contrasto alla dispersione e l'inclusione; potenziare i servizi all'infanzia; investire sull'istruzione e la formazione di qualità a tutte le età; attrarre all'insegnamento i giovani laureati". Secondo l'Asvis inoltre per accelerare il processo di decarbonizzazione "il Pniec varato dal governo nel 2024 andrebbe rivisto, alzando il suo livello d'ambizione, con tre azioni prioritarie: adottare una legge nazionale sul clima; portare le rinnovabili nel settore elettrico al 100% al 2035; adottare misure per una transizione 'giusta' ed eliminare la povertà energetica". Focus poi anche sulla governance del Piano di accelerazione. Asvis indica di affidarlo alla Presidenza del Consiglio; introdurre la Valutazione d'impatto generazionale delle leggi nazionali; produrre regolarmente rapporti di previsione strategica; rafforzare i processi di valutazione ex-ante delle politiche; creare un istituto di studi sul futuro, per disegnare politiche pubbliche capaci di salvaguardare il benessere collettivo e tutelare le prossime generazioni.
Il nodo della competitività del nostro paese e dell'Europa non si scioglie fermando il cammino verso la transizione ecologico. Ne è convinto Paolo Gentiloni, intervenuto all'evento inaugurale del Festival dello sviluppo sostenibile dell'ASviS 2025. "Penso che per un paese come l'Italia sia un errore dire che noi risolviamo i problemi della competitività della nostre imprese accantonando questa storia della transizione climatica". Questo, ha poi detto Gentiloni: " non vuol dire, non essere consapevoli delle correzioni che sono necessarie e non vuol dire essere non essere consapevoli degli errori che i sostenitori della transizione climatica hanno fatto, in primo luogo in modo clamoroso, il governo tedesco". Per Gentiloni è fondamentale dire che essere all'avanguardia nella tranisizione costituisce un vantaggio competitivo per l'Europa e per la nostra economia e per le nostre imprese. "Ciò non significa negare che si debbano correggere e rendere più flessibili, adeguare alcune delle decisioni che sono state prese. Io ho fiducia che questa sia la linea sulla quale si muoverà La Commissione Europea". La direzione quindi, ha ribadito Gentiloni, deve essere quella di correggere, ma non cancellare, di adattare, ma non rinunciare". " Dobbiamo essere consapevoli del fatto che dire che ci fermiamo non aiuta. Renderà solo meno competitive quelle aziende italiane che sull'economia circolare e su altri aspetti della transizione climatica sono all'avanguardia in Europa, nel mondo su quelle dobbiamo investire".
"Dobbiamo accelerare la transizione, non rallentarla, e sostenerla con investimenti innovativi a tutto campo, perché questo produrrebbe risultati positivi per tutti i settori sia al 2035, sia al 2050, con l'ovvia eccezione dell'estrazione e della produzione di combustibili fossili". Lo ha dichiarato il direttore scientifico dell'ASviS, Enrico Giovannini, commentando la pubblicazione del "Rapporto di Primavera 2025". "Rispetto allo scenario di base - ha proseguito Giovannini - il valore aggiunto della manifattura resterebbe invariato nel 2035, ma crescerebbe del 9,3% nel 2050; quello dei servizi aumenterebbe dello 0,5% nel 2035 e del 5,9% nel 2050; quello delle costruzioni del 6,9% e del 18,2%; quello dell'agricoltura resterebbe stabile nel 2035, ma crescerebbe del 7,1% nel 2050; quello delle utilities del 13,9% nel 2035 e del 52,6% nel 2050, con la ricomposizione a favore della generazione e distribuzione di energia elettrica da rinnovabili".
"La sostenibilità è una leva strategica per rafforzare il sistema produttivo e sociale del nostro Paese ed è sbagliato pensare che ci sia contrapposizione tra sostenibilità e competitività". Lo ha dichiarato il presidente dell'Asvis, Pierluigi Stefanini, commentando i dati del "Rapporto di Primavera 2025", realizzato da Asvis in collaborazione con Oxford Economics, che dimostrano le ricadute positive per l'economia italiana accelerando sulle politiche di transizione ecologica e digitale. "Come dimostrano le simulazioni condotte con Oxford Economics, l'inazione ha costi crescenti, mentre investire nella sostenibilità conviene, perché aumenta la redditività delle imprese e genera benessere sociale", ha sottolineato Stefanini.
Appuntamento a Milano, il 7 maggio, per l'evento di esordio del Festival dello Sviluppo sostenibile 2025 al museo della Scienza e Tecnologia, con una riflessione sul ruolo delle imprese e del sistema produttivo per la transizione verso la sostenibilità. Durante l'appuntamento viene presentato il "Rapporto di Primavera ASviS 2025" contenente un'analisi, svolta in collaborazione con Oxford Economics, che mostra per l'Italia e i suoi diversi settori produttivi la convenienza di accelerare la transizione.
Come nelle passate edizioni, il Festival si svolge nell'arco di 17 giorni, tanti quanti sono gli Obiettivi dell'Agenda 2030 con una serie di 20 incontri principali organizzati dall'ASviS nelle sette tappe di Milano, Genova, Venezia, Torino, Bologna, Napoli e Roma a cui si aggiungono centinaia iniziative per tutto il mese di maggio raccolte nel cartellone del Festival dello Sviluppo Sostenibile e negli appuntamenti "gemellati". Tra le iniziative 'Voci sul futuro', gli appuntamenti in streaming che ANSA e ASviS realizzano in occasione del Festival.
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