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Mencaroni, l'economia umbra va avanti discretamente (2)

Mencaroni, l'economia umbra va avanti discretamente (2)

PERUGIA, 21 febbraio 2025, 16:59

Redazione ANSA

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Di seguito - secondo quanto riferisce un comunicato della Camera di commercio - alcuni spunti che emergono dal materiale presentato durante l'evento: l'economia dell'Umbria ha vissuto in questo quinquennio, pur tra alti e bassi, una fase di crescita, con un aumento significativo degli investimenti delle imprese. Questa fase di crescita l'ha posta al centro di un rinnovato interesse economico, con performance che in alcuni settori superano la media nazionale e quella di Marche e Toscana. Tuttavia, restano alcune problematiche legate alla produttività e alla demografia che potrebbero rallentare la crescita a lungo termine.
    Uno dei dati più rilevanti riguarda l'incremento degli investimenti delle imprese umbre, misurati attraverso le immobilizzazioni totali. Tra il 2019 e il 2023 (in base ai bilanci presentati dalle imprese di capitali dal 2020 al 2024, che di riferiscono all'anno precedente d'imposta) l'Umbria ha registrato un incremento del 37,4%, un dato superiore alla crescita media nazionale (27,6%) e a quella di Marche e Toscana (rispettivamente 26% e 29,6%). Questo trend evidenzia come le imprese della regione abbiano scelto di investire in nuove infrastrutture, macchinari e innovazione, dimostrando una capacità di reazione superiore rispetto ad altre aree del Centro Italia.
    Analizzando i singoli comparti, emerge che i settori che hanno registrato le performances migliori in Umbria sono l'industria alimentare, la meccanica strumentale e il comparto delle costruzioni.
    Nonostante la crescita degli investimenti, la produttività per addetto in Umbria resta inferiore rispetto alla media nazionale.
    Le cause possono essere molteplici: una minore specializzazione tecnologica, una struttura imprenditoriale più frammentata e una forza lavoro meno formata rispetto ad altre regioni più avanzate.
    Il valore aggiunto per impresa in Umbria è cresciuto del 33,4% tra il 2019 e il 2023, un dato inferiore alla media nazionale (35,3%), ma comunque superiore alla crescita registrata in Toscana (31,8%). Per quanto riguarda la produttività per addetto, nel 2023 l'Umbria ha raggiunto quota 59.505 euro, avvicinandosi ai livelli della Toscana (65.883 euro) e superando le Marche (56.851 euro). Nonostante questa crescita, il gap con la media nazionale rimane significativo, segnalando la necessità di strategie per migliorare l'efficienza del sistema produttivo. Oltre alla crescita degli investimenti e del valore aggiunto, le imprese umbre hanno mostrato segnali positivi anche in termini di redditività. Gli indicatori finanziari Roi (Return on Investment) e Roe (Return on Equity) indicano una crescita costante, con valori rispettivamente del 4,0% e del 6,6% nel 2023. Un altro aspetto positivo riguarda il grado di capitalizzazione delle imprese umbre, che nei bilanci 2023 - presentati nel 2024 - ha raggiunto il 39,9%, segno di una maggiore solidità finanziaria rispetto agli anni precedenti.
    Tuttavia, il costo del lavoro continua a essere un fattore critico per la competitività delle imprese, con un incremento medio del 21% dal 2019.
    Un altro problema significativo, come detto, è rappresentato dalla demografia. L'Umbria, come molte altre regioni italiane, sta affrontando un calo della popolazione e un invecchiamento sempre più marcato. Nel 2024 il saldo naturale (differenza tra nati e morti) è stato negativo per oltre 6.000 unità, mentre il saldo migratorio è positivo ma insufficiente a compensare il declino demografico. L'indice di vecchiaia della regione, con 366 anziani ogni 100 giovani, è tra i più alti d'Italia e superiore a quello delle Marche e della Toscana. Questo andamento potrebbe avere effetti negativi sulla disponibilità di forza lavoro qualificata e sulla domanda interna, mettendo a rischio la sostenibilità della crescita economica. Secondo le previsioni al 2042, la popolazione totale della regione continuerà a diminuire, con una riduzione stimata di oltre 65.000 abitanti rispetto al 2024.
    Sul fronte del credito alle imprese, i dati della Banca d'Italia mostrano una contrazione del credito bancario dall'inizio del 2023, con un deterioramento della qualità del credito, soprattutto nel settore manifatturiero e tra le imprese di maggiori dimensioni. Tuttavia, il tasso di interesse sui prestiti per liquidità si è stabilizzato nel 2024, suggerendo una possibile inversione di tendenza nel breve periodo. Secondo i dati della Banca d'Italia, il credito alle imprese umbre ha registrato una contrazione dall'inizio del 2023, con una flessione più marcata rispetto alla media nazionale. La diminuzione dei prestiti bancari è stata particolarmente significativa per le piccole imprese, mentre le imprese medio-grandi hanno iniziato a vedere una ripresa del credito nel 2024. Allo stesso tempo, il deterioramento del credito - ovvero l'aumento delle esposizioni in sofferenza - si è accentuato nel settore manifatturiero e tra le imprese di maggiore dimensione.
    Se confrontiamo i principali indicatori economici con le regioni limitrofe, l'Umbria mostra performance competitive.
   
   

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