Di seguito - secondo quanto
riferisce un comunicato della Camera di commercio - alcuni
spunti che emergono dal materiale presentato durante l'evento:
l'economia dell'Umbria ha vissuto in questo quinquennio, pur tra
alti e bassi, una fase di crescita, con un aumento significativo
degli investimenti delle imprese. Questa fase di crescita l'ha
posta al centro di un rinnovato interesse economico, con
performance che in alcuni settori superano la media nazionale e
quella di Marche e Toscana. Tuttavia, restano alcune
problematiche legate alla produttività e alla demografia che
potrebbero rallentare la crescita a lungo termine.
Uno dei dati più rilevanti riguarda l'incremento degli
investimenti delle imprese umbre, misurati attraverso le
immobilizzazioni totali. Tra il 2019 e il 2023 (in base ai
bilanci presentati dalle imprese di capitali dal 2020 al 2024,
che di riferiscono all'anno precedente d'imposta) l'Umbria ha
registrato un incremento del 37,4%, un dato superiore alla
crescita media nazionale (27,6%) e a quella di Marche e Toscana
(rispettivamente 26% e 29,6%). Questo trend evidenzia come le
imprese della regione abbiano scelto di investire in nuove
infrastrutture, macchinari e innovazione, dimostrando una
capacità di reazione superiore rispetto ad altre aree del Centro
Italia.
Analizzando i singoli comparti, emerge che i settori che
hanno registrato le performances migliori in Umbria sono
l'industria alimentare, la meccanica strumentale e il comparto
delle costruzioni.
Nonostante la crescita degli investimenti, la produttività
per addetto in Umbria resta inferiore rispetto alla media
nazionale.
Le cause possono essere molteplici: una minore
specializzazione tecnologica, una struttura imprenditoriale più
frammentata e una forza lavoro meno formata rispetto ad altre
regioni più avanzate.
Il valore aggiunto per impresa in Umbria è cresciuto del
33,4% tra il 2019 e il 2023, un dato inferiore alla media
nazionale (35,3%), ma comunque superiore alla crescita
registrata in Toscana (31,8%). Per quanto riguarda la
produttività per addetto, nel 2023 l'Umbria ha raggiunto quota
59.505 euro, avvicinandosi ai livelli della Toscana (65.883
euro) e superando le Marche (56.851 euro). Nonostante questa
crescita, il gap con la media nazionale rimane significativo,
segnalando la necessità di strategie per migliorare l'efficienza
del sistema produttivo. Oltre alla crescita degli investimenti e
del valore aggiunto, le imprese umbre hanno mostrato segnali
positivi anche in termini di redditività. Gli indicatori
finanziari Roi (Return on Investment) e Roe (Return on Equity)
indicano una crescita costante, con valori rispettivamente del
4,0% e del 6,6% nel 2023. Un altro aspetto positivo riguarda il
grado di capitalizzazione delle imprese umbre, che nei bilanci
2023 - presentati nel 2024 - ha raggiunto il 39,9%, segno di una
maggiore solidità finanziaria rispetto agli anni precedenti.
Tuttavia, il costo del lavoro continua a essere un fattore
critico per la competitività delle imprese, con un incremento
medio del 21% dal 2019.
Un altro problema significativo, come detto, è rappresentato
dalla demografia. L'Umbria, come molte altre regioni italiane,
sta affrontando un calo della popolazione e un invecchiamento
sempre più marcato. Nel 2024 il saldo naturale (differenza tra
nati e morti) è stato negativo per oltre 6.000 unità, mentre il
saldo migratorio è positivo ma insufficiente a compensare il
declino demografico. L'indice di vecchiaia della regione, con
366 anziani ogni 100 giovani, è tra i più alti d'Italia e
superiore a quello delle Marche e della Toscana. Questo
andamento potrebbe avere effetti negativi sulla disponibilità di
forza lavoro qualificata e sulla domanda interna, mettendo a
rischio la sostenibilità della crescita economica. Secondo le
previsioni al 2042, la popolazione totale della regione
continuerà a diminuire, con una riduzione stimata di oltre
65.000 abitanti rispetto al 2024.
Sul fronte del credito alle imprese, i dati della Banca
d'Italia mostrano una contrazione del credito bancario
dall'inizio del 2023, con un deterioramento della qualità del
credito, soprattutto nel settore manifatturiero e tra le imprese
di maggiori dimensioni. Tuttavia, il tasso di interesse sui
prestiti per liquidità si è stabilizzato nel 2024, suggerendo
una possibile inversione di tendenza nel breve periodo. Secondo
i dati della Banca d'Italia, il credito alle imprese umbre ha
registrato una contrazione dall'inizio del 2023, con una
flessione più marcata rispetto alla media nazionale. La
diminuzione dei prestiti bancari è stata particolarmente
significativa per le piccole imprese, mentre le imprese
medio-grandi hanno iniziato a vedere una ripresa del credito nel
2024. Allo stesso tempo, il deterioramento del credito - ovvero
l'aumento delle esposizioni in sofferenza - si è accentuato nel
settore manifatturiero e tra le imprese di maggiore dimensione.
Se confrontiamo i principali indicatori economici con le
regioni limitrofe, l'Umbria mostra performance competitive.
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