Il 'private equity', ossia gli
investimenti in società non quotate, cresce in Italia ma resta
indietro rispetto alla Francia e soprattutto alla Germania.
E' quanto emerge da uno studio presentato da Aifi,
l'associazione italiana del Private Equity, Equita e Mindful
capital Markets.
I soci di Aifi sono cresciuti da 73 a 183 tra il 2000 e il
2024. Di questi 63 operano nel private equity, contro i 53 di
25 anni fa. A titolo di paragone in Germania oggi i fondi attivi
nel private equity sono 383 e in FGrancia 231. Ma soprattutto il
mercato italiano "è dominato da fondi di dimensioni contenute -
si legge nello studio - riflesso di un tessuto imprenditoriale
composto prevalentemente da piccole e medie imprese, dove oltre
il 50% delle aziende in portafoglio ha meno di 100 addetti".
Meno fondi e più piccoli rispetto all'estero. In Italia
infatti i fondi che superano i 500 milioni di investimenti sono
una rarità. Tra il 2020 e il 2024 la Francia ha raccolto con
fondi di private equity e venture capital circa 25 miliardi
contro i 5 miliardi dell'Italia.
Un divario che si ripercuote sugli investimenti. Tra il 2019
e il 2023 meno dell'1% delle piccole e medie imprese italiane è
stato oggetto di investimento di private equity, contro il 3,8%
della Francia.
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