(di Alessia Tagliacozzo)
Sindacati delusi dopo l'incontro tra
l'Osservatorio sulla spesa previdenziale e le parti sociali che
si è limitato anche questa volta all'ascolto delle proposte di
sindacati e imprese senza entrare nel merito degli interventi
che potrebbero essere inseriti nella legge di Bilancio per
modificare la legge Fornero sulla previdenza.
Cgil e Uil sono usciti dall'incontro chiedendo al Governo di
dare risposte e di dire se hanno intenzione di rispettare le
promesse fatte in campagna elettorale a partire dal
pensionamento con 41 anni di contributi indipendentemente
dall'età. La Cisl ha ribadito le proposte già presentate
chiedendo equità e stabilità delle regole.
Sul confronto pesa come un macigno il recupero
dell'inflazione. La rivalutazione totale rispetto all'aumento
dei prezzi (5,6% l'inflazione acquisita per l'anno secondo i
dati Istat di giugno) infatti, potrebbe arrivare a costare,
secondo i tecnici al lavoro sul dossier, 14 miliardi ma è
probabile che anche per l'anno prossimo si studi una scaletta
per la perequazione che salvaguardi le pensioni più basse ma
limiti il recupero per quelle più alte. E' probabile che di
fronte alle risorse necessarie per fare fronte all'inflazione si
riducano i margini di manovra e che siano semplicemente
confermate le misure attuali quali l'Ape sociale e quota 103 (41
anni di contributi con almeno 62 anni di età) e Opzione donna
con qualche aggiustamento dato che secondo il Monitoraggio sui
flussi di pensionamento il numero degli accessi nei primi sei
mesi del 2023 si è molto ridotto rispetto al 2022.
"Dopo sette mesi di incontri - afferma la segretaria
confederale della Cgil Lara Ghiglione - non siamo ancora in
grado di dire ai lavoratori quando e come potranno aver accesso
alla pensione. Evidentemente il Governo ha capito di non poter
rispettare gli impegni che il centrodestra ha assunto durante la
campagna elettorale, In assenza di risposte - conclude Ghiglione
- la previdenza resterà una delle tante ragioni della nostra
mobilitazione che ci riporterà in piazza in autunno".
"Il Governo - dice il segretario confederale della Uil
Domenico Proietti - è stato silente anche oggi. Nel corso
dell'incontro ci hanno chiesto, per l'ennesima volta, di
illustrare le proposte unitarie sulla flessibilità
pensionistica. È arrivato il momento che il Governo scopra le
carte e dica, come ripetutamente affermato in campagna
elettorale, se vuole introdurre una flessibilità di accesso alla
pensione più diffusa".
La Cisl ribadisce la richiesta di accesso alla pensione con
41 di contributi indipendentemente dall'età o comunque in modo
flessibile a partire dao 62 anni. "Bisogna eliminare - dice il
segretario confederale Ignazio Ganga - le soglie economiche che
restringono le possibilità di accesso alla pensione per chi
rientra nel calcolo interamente contributivo della pensione. La
rigidità di queste soglie, introdotta dalla legge Fornero, è in
contrasto con il sistema contributivo. Se non si raggiunge una
pensione di circa 850 euro al mese (non inferiore a 1,5 volte
l'importo minimo, ndr), la pensione di vecchiaia è rinviata a 71
anni e quindi conviene l'assegno sociale che si ottiene a 67
anni".
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