Sindacati divisi sul giudizio
sull'incontro sulle pensioni dei giovani oggi al ministero del
Lavoro: nell'incontro i componenti dell'Osservatorio sulla spesa
previdenziali hanno chiesto di conoscere le posizioni delle
parti sociali e mentre la Cisl ha considerato positivo il
mantenimento di un dialogo aperto Cgil e Uil hanno parlato di un
incontro "imbarazzante" nel quale non è stato presentato alcun
dato né dato risposte alle richieste dei sindacati. Sono state
invece confermate le date dei prossimi incontri con il 18 luglio
il tavolo sulla flessibilità in uscita, il 5 settembre quello
sulle donne e il lavoro di cura e il 18 settembre quello sulla
previdenza complementare.
"I componenti dell'Osservatorio sulla spesa previdenziale -
ha detto la segretaria confederale della Cgil Lara Ghiglione -
ci hanno chiesto di esporre le nostre proposte ma non avevano
alcun dato. La ministra non c'era. E' il quarto incontro che
facciamo sulla previdenza e siamo ancora a zero. Siamo
insoddisfatti. La ministra Calderone ci dica cosa intende fare
sul lavoro per i giovani e per coloro che hanno fragilità
contributive". "L'incontro è stato imbarazzante - ha detto il
segretario confederale della Uil Domenico Proietti - i
rappresentanti del ministero non avevano il mandato a dare
risposte alle proposte di Uil, Cisl e Cgil già illustrate dai
segretari generali nei due incontri avvenuti a gennaio e giugno
con Calderone". Dà invece un giudizio positivo la Cisl per la
quale è importante che sia aperto il tavolo in vista delle
decisioni sulla legge di Bilancio che arriveranno più avanti.
"Rimette in moto il confronto sulla materia" - ha affermato il
segretario confederale Ignazio Ganga chiedendo di affrontare i
problemi dell'adeguatezza dell'assegno pensionistico che
riguardano sia le pensioni future dei giovani, sia le pensioni
in essere".
Al momento quindi non ci sono indicazioni su risorse e
interventi e resta probabile a fronte di un impegno ancora
gravoso per il recupero dell'inflazione delle pensioni in essere
che ci si limiti a mantenere le misure che ci sono con qualche
aggiustamento a partire da Quota 103 (62 anni di età e 41 di
contributi) e dall'Ape sociale. Per le pensioni dei giovani si
potrebbe ridurre l'importo minimo di pensione necessario per
andare tre anni in anticipo rispetto all'età di vecchiaia (se si
ha solo il calcolo contributivo) adesso fissato a 2,8 volte la
pensione minima mentre per la previdenza integrativa si potrebbe
studiare un nuovo semestre di silenzio assenso per l'adesione ai
fondi.
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