Il Tribunale di Chieti ha
condannato la società G.G.A. Srl di Ortona, che produceva
compressori, per la mancata rotazione durante il ricorso alla
cassa integrazione ordinaria. Al giudice si è rivolto un
lavoratore che nel 2021 è stato in cassa integrazione un anno,
senza nessun meccanismo di rotazione con i colleghi. Lo rende
noto la Fiom Cgil che ha assistito il lavoratore con l'avvocato
Tommaso Troilo. La società è stata condannata al pagamento
dell'intera retribuzione a cui il lavoratore avrebbe avuto
diritto durante tutto il periodo nel quale, in modo arbitrario,
non gli è stato consentito il rientro in servizio, percependo il
solo trattamento di integrazione salariale. Il giudice ha
sentenziato che seppur il potere di scelta su quali lavoratori
mettere in cassa integrazione spetti al datore di lavoro, tale
potere non è incondizionato, ma sottoposto al limite di un
rapporto di coerenza fra le scelte effettuate e le finalità
specifiche cui è preordinata la cassa integrazione, con
l'obbligo dell'osservanza dei principi di correttezza e buona
fede. La norma, anche prima delle legge 223/91, stabilisce il
principio della rotazione dei lavoratori sospesi in mancanza di
elementi ostativi. In giudizio le prove testimoniali hanno
confermato che il lavoratore, oltre ad avere lo stesso
inquadramento, aveva analoghe capacità lavorative dei colleghi,
pertanto la mancata applicazione del criterio di rotazione non
trova nessuna giustificazione. "Si tratta di un'importante
sentenza che ribadisce che, in caso di lavoratori coinvolti da
sospensione per cig, vale il principio della rotazione per
distribuire nel modo più corretto ed equo possibile il
sacrificio della cassa integrazione - dicono Mirco Rota, ufficio
sindacale Fiom-Cgil nazionale, e Andrea De Lutis, Fiom-Cgil
Chieti - Come Fiom-Cgil esprimiamo soddisfazione per la conferma
data dal Tribunale di Chieti e per il prezioso contributo dato
dall'avvocato Tommaso Troilo in tutte le fasi del ricorso,
rispetto a questo importante principio antidiscriminatorio nei
confronti dei lavoratori, in particolare in un periodo di forte
ricorso agli ammortizzatori sociali". La società nel dicembre
2021 ha cessato l'attività.
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