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Oggero e l'amore a distanza

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Oggero e l'amore a distanza

Una storia delicata di sguardi e incontri inevitabili

ROMA, 18 agosto 2015, 10:31

Paolo Petroni

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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MARGHERITA OGGERO, 'LA RAGAZZA DI FRONTE' (MONDADORI, pp. 224 - 18,50 euro).

    Un libro che prende grazie alla sua abile costruzione a incastro, o meglio a 'tessere', come le chiama l'autrice nei sottotitoli dei vari capitoli, tessere che alla fine completano felicemente il puzzle di questa curiosa storia di Marta Cordero e Michele Torre che appare, di questi tempi, molto romantica.
    Negli anni dei rapporti virtuali, dell'innamorarsi senza vedersi attraverso i social, dell'apparire sul Web senza essere o mettersi in gioco, della comunicazione che passa solo attraverso un mezzo, lo smartphone principalmente, Margherita Oggero, la fortunata creatrice di quella professoressa investigatrice resa popolare in tv da Veronica Pivetti, coglie questa realtà e la riporta a una situazione che potrebbe essere anche d'epoca pre elettronica, pur svolgendosi invece ai nostri giorni, recuperando così quel tanto di umano, di sentimenti ansie, sogni che ci fanno sentire vivi e in contatto reale con gli altri.
    Una storia a suspense anche questa, sino alla fine, nel suo correre lungo due binari paralleli, le vicende di Marta e di Michele, proposte a capitoli alterni che portano ogni volta solo il loro nome, un po' come i binari che corrono paralleli davanti a lui, che fa il macchinista delle ferrovie, fino a quando qualcosa non vi finisce in mezzo creando una sorta di corto circuito, quello che riuscirà a stabilire a un certo punto Augusto, depresso ma intraprendente amico di Michele, che non riesce a cedere, a esprimere il sentimento che nel tempo è cresciuto in lui per Marta.
    Il fatto è che i due sono personaggi abbastanza chiusi, un po' timorosi del mondo, e vivono, tutti e due, sin da bambini, osservando un po' maniacalmente gli abitanti della casa di fronte, da grandi persino con un binocolo e mettendosi, come accade a Marta, anche un po' nei pasticci quando il suo dirimpettaio viene ucciso e la polizia comincia a interrogarla per capire cosa spiasse.
    Personaggi molto diversi Marta e Michele che, nell'alternarsi delle loro vicende, è chiaro che prima o poi si dovranno incontrare. Lei, scottata da un'esperienza amorosa finita male, di buona famiglia, figlia di un cardiochirurgo, lavora come archivista in una Fondazione privata intitolata a un mecenate e vive in un appartamento sotto una coppia gay, Gero e Fabrizio, di cui diventa molto amica. Lui, figlio di immigrati cresciuto a casa dell'amato nonno Peppino, serio e capace di mettere da parte la propria faticata laurea in ingegneria per seguire la propria passione per i treni e al quale basta una carezza di una ragazza per suscitargli ''un ingorgo poco decifrabile di sensazioni e emozioni''. Due separati dalla vita da un cortile e capaci di liberare i propri sentimenti solo per qualcuno lontano e con cui non è stata mai scambiata nemmeno una parola.
    Una storia sentimentale ben scritta e costruita, piena di osservazioni non casuali, a cominciare da quella sui ricordi ''animali insidiosi'' che cerchiamo di addomesticare, ''qualche volta creando degli innocui animali da compagnia, altre dei lupi famelici o degli infidi sciacalli'', e sono questi forse quel ''fildiferro sia pure contorto e ripiegato su se stesso che tiene insieme il nostro crescere e mutare, oppure si cresce prevalentemente a sbalzi, rotture e negazioni del passato?'' Questo almeno sino a quando, un giorno inatteso, ci si trova con una persona meno sconosciuta di quel che parrebbe davanti a un cappuccino e ci si incontra su un film di Billy Wilder del 1964: ''Baciami, stupido''. (ANSA)

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