E' il 16 ottobre 1793 e a Place de la
Révolution la ghigliottina aspetta la regina Maria Antonietta;
con lei il boia e l'ultimo desiderio. La regina parla in
siciliano e le espressioni sono forti. Si apre così 'Maria
Antonietta capitolo 22', lo spettacolo che Eleonora Bongiorno,
con la regia di Massimo Licari, porta in scena il 9 settembre al
Teatro Marconi di Roma, nell'ambito della V edizione del
Festival teatrale Teatramm, in programma dal 5 al 10 settembre.
Maria Antonietta, interpretata dall'autrice, ripercorre la sua
infanzia e racconta del rapporto conflittuale e sottomesso con
la madre Maria Teresa d'Austria e del matrimonio con il figlio
del re di Francia Luigi, impostole a soli 14 anni dalla madre.
Da qui iniziano i problemi della disfunzione alimentare della
futura regina di Francia, una bulimia nascosta che
l'accompagnerà fino alla morte, avvenuta ad appena 34 anni. E'
questo il tema centrale dell'opera: la costrizione, la mancanza
di comunicazione e l'alienazione sociale che portano la regina a
privarsi o a ingozzarsi di cibo e di come questo male sociale
venga nascosto o rimosso dalle persone che ne sono state causa
con i loro comportamenti. Come Maria Teresa d'Austria, appunto,
che fu la principale causa della fragilità emotiva di Maria
Antonietta. Madre che interviene nell'opera con lettere
indirizzate alla figlia. "La nostra Maria Antonietta è una
versione insolita - dichiara l'autrice Eleonora Bongiorno - una
regina tanto frivola alla luce del giorno quanto inquieta e
fragile nel buio della notte. E come tanti sfoga la sua
insoddisfazione conducendo una vita solo all'apparenza
spensierata e stravagante. Il messaggio che vogliamo lanciare
dal palco è che l'apparenza non deve mai scatenare un unico
giudizio. Chi si maschera ha sempre qualcosa da raccontare,
qualcosa che nasconde e che cerca di occultare". Accanto alla
regina c'è la sua dama di compagnia, una donna eccentrica e
amica confidente che riesce a interpretare anche i suoi silenzi,
difendendola dalle malelingue del popolo. 'Maria Antonietta
capitolo 22' è un atto unico in dialetto siciliano e parte in
italiano, scritto con ironia e che termina nella totale
drammaticità del soggetto, attuale più che mai.
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