La valorizzazione della Rotonda
Deledda come luogo di cultura e di memoria, con l'inaugurazione
di luci e di una targa storica per le statue di Angelo Biancini
dedicate alla scrittrice sarda, e una rilettura dei suoi
racconti seguendo le orme dei tanti animali domestici e
selvatici che li hanno ispirati: si muove su queste due
direttrici la terza edizione del Festival di Cervia per Grazia
Deledda, che si terrà nel giardino di Villa Caravella il 10 e
l'11 maggio.
Il programma alterna conversazioni storiche e letterarie con
le scrittrici Elisa Mazzoli, Sarah Savioli e Sandra Petrignani,
letture a cura di Lelia Serra e Ruggero Sintoni, musica con il
duo di chitarre Striago e di fisarmoniche Baguette, e momenti
conviviali. Il giardino dell'ex villino Deledda diventa per un
weekend luogo di incontri tra Romagna e Sardegna, ricreando quel
dialogo di intesa alimentato dalla scrittrice nelle quindici
estati trascorse a Cervia (Ravenna). Oltre all'esposizione dei
quadri di pittori cervesi e a un laboratorio per realizzare
animaletti in lana e carta, sarà attivo un punto informativo sul
benessere degli animali.
L'illuminazione della Pescivendola romagnola e della Pastora
sarda - le due statue commissionate dall'Amministrazione
comunale a Biancini per omaggiare la scrittrice, inaugurate nel
settembre 1956 - rappresenta un nuovo passo avanti nel percorso
di recupero della memoria 'deleddiana' della città che si
aggiunge alla targa storica e alla segnaletica per raggiungere
Villa Caravella, "ma non bisogna fermarsi", dice la giornalista
Marisa Ostolani, presidente dell'Associazione Grazia Deledda,
una Nobel a Cervia. "L'anno prossimo saranno 100 anni dal
conferimento del Nobel alla scrittrice ed è il momento propizio
per fare un nuovo salto di qualità. Il lungomare, di cui è
prevista la riqualificazione, dovrebbe diventare a misura di
Nobel non solo di nome (una parte le fu intitolata nel 1946), ma
anche di fatto, con opere artistiche create per omaggiarla ed
elementi di arredo urbano che facciano conoscere le parole
straordinarie con cui Deledda descrive la sua
bella-verde-ventosa Cervia. Dovremmo cogliere questa opportunità
per legare in modo indissolubile la nostra memoria a quella
dell'unica italiana premio Nobel per la letteratura".
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