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A Caracalla la Roma archeologica nei disegni di Francesco Corni

A Caracalla la Roma archeologica nei disegni di Francesco Corni

Dal 3 maggio mostra con 60 opere tra divulgazione e ironia

ROMA, 29 aprile 2025, 14:28

Redazione ANSA

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(di Chiara Venuto) Quando le riproduzioni immersive nei siti archeologici ancora non esistevano, c'era Francesco Corni.
    I suoi disegni - rigorosamente schizzati con una bic e, poi, inchiostrati su carta da lucido con una Rapidograph 0.2 (0.1 per l'ombreggiatura) - sono stati fino al 2020, anno della sua morte, rappresentazione di uno studio attento e meticoloso di ciò che è stato, nel tentativo di rapportarlo con il presente.
    Sessanta di queste opere, risalenti agli ultimi anni della sua vita e in larga parte inedite, potranno essere viste dal 3 maggio al 19 ottobre alle Terme di Caracalla nella mostra 'Immaginare Roma. Le prospettive impossibili di Francesco Corni', curata da Elisabetta Corni (figlia dell'autore e presidente della fondazione a lui intitolata) e Mirella Serlorenzi, direttrice delle Terme di Caracalla.
    Nelle tavole spesso le prospettive vengono ribaltate, con monumenti (come il Pantheon) visti dal basso così da mostrare non solo il soffitto, ma anche la piantina (il punto di partenza di ogni lavoro di Corni). E in cui non manca il fattore umano, con persino qualche sprazzo fumettistico: un esempio, la tavola del Colosseo in cui una belva insegue un inserviente, che a sua volta lancia via la scopa. Resti e ricostruzioni sono costantemente abbinati, così da interpretare le stratificazioni della città e scoprire ciò che c'è sotto, con un intento divulgativo: è il caso del disegno del Portico di Ottavia, dove Corni rivela le colonne tuttora inglobate dentro i muri del palazzo posteriore.
    Le opere riprodotte sui pannelli delle due sale sono solo alcune di quelle inserite nel libro 'Roma, i luoghi del potere' (Ink Line Edizioni), che sarà presentato il 2 maggio dagli archeologi Andrea Carandini e Paolo Carafa. Tracciano un viaggio nella Roma antica - visibile inoltre attraverso una mappa interattiva realizzata dal Sistema informativo territoriale archeologico della Soprintendenza speciale di Roma (Sitar) - che comincia con il Campidoglio e finisce alla Basilica di San Pietro. Senza dimenticare proprio le Terme di Caracalla, le ultime su cui Corni ha lavorato prima di morire. Non è dunque un caso che siano state scelte per allestire la mostra, quasi a voler completare il progetto: "È stato un po' un fil rouge - ha spiegato Mirella Serlorenzi -. Ora ci auguriamo che vedere queste tavole ispiri i visitatori a visitare i siti archeologici da lui disegnati".
    Proprio la componente umana, d'altronde, è al centro del lavoro di Corni. "La sua missione di vita è stata spiegare alle persone ciò che gli archeologi vedevano nei resti che trovavano", ha ricordato Elisabetta Corni. "Aveva una capacità di disegnare i monumenti del passato strabiliante - ha commentato la soprintendente speciale di Roma, Daniela Porro -.
    Lo possiamo considerare l'erede di artisti come Giambattista Piranesi, e non solo".
   

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