Se l'8 e 9 giugno vincesse il Sì al
referendum sulla cittadinanza, potrebbe diventare italiano più
di 1 ogni 4 stranieri regolarmente residenti in Italia e un
quinto di questi sarebbe under 18. A dirlo è il Centro studi e
ricerche Idos, in quella che definisce "la prima stima
scientifica sull'argomento" sottolineando che la quota più
probabile di potenziali beneficiari della riforma sarebbe
costituita da 1 milione e 420 mila cittadini non comunitari,
pari a oltre 1 ogni 4 stranieri regolarmente residenti in
Italia.
Gli adulti sarebbero 1 milione e 136 mila, tutti titolari di
un permesso di soggiorno di lunga durata, e i minori sarebbero
284 mila, dei quali 229 mila soggiornanti di lunga durata e 55
mila che, pur non avendo maturato in proprio il requisito minimo
previsto dalla riforma, diventerebbero italiani per automatica
trasmissione della cittadinanza da parte dei genitori che si
saranno naturalizzati grazie alla modifica referendaria.
Rispetto alle prime proiezioni dei promotori del referendum,
riferite a una platea generica di potenziali beneficiari, la
stima contenuta nel report di Idos "ne quantifica la quota più
probabile, partendo dagli immigrati con permesso di soggiorno di
lunga durata, che a fine 2023 erano 2.139.000, di cui 347.000
minori. Oltre a escludere i cittadini di Paesi Ue, non toccati
dalla riforma perché possono già richiedere la cittadinanza
italiana dopo soli 4 anni di residenza, la stima dei potenziali
beneficiari effettivi decurta dal computo anche una consistente
quota di cittadini di Paesi non Ue che non ammettono la doppia
nazionalità".
Secondo Idos, "una delle più importanti barriere che
limitano l'accesso alla cittadinanza italiana resta la debole
situazione economica della popolazione straniera. Il referendum,
infatti, non modifica gli altri requisiti necessari per la
naturalizzazione, tra cui (oltre alla conoscenza della lingua e
all'assenza di condanne penali) il possesso di un reddito
adeguato: una condizione che "anche con il successo del
referendum non sarebbe soddisfatta da una ampia fascia di
stranieri residenti: fino a 700 mila persone nell'ipotesi
massima". Senza contare il costo per avviare la pratica, che è
stato recentemente aumentato fino a un massimo di 600 euro a
testa. Una situazione, dice il report, che rende quello alla
cittadinanza per naturalizzazione "un diritto limitato di fatto
attraverso una discriminazione indiretta basata sul censo".
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