"Cose da comprare: mappa d'Italia, scotch, sacchi dell'immondizia, coltelli, soldi per la benzina. Turetta esempio modello". Scriveva cose del genere, sui suoi social, il giovane ferrarese di 20 anni, arrestato pochi giorni dopo dai carabinieri di Vicenza per maltrattamenti e minacce alla fidanzata che lo aveva lasciato.
Parole che avevano rinnovato il dolore di Gino Cecchettin, il padre di Giulia, la vittima di Filippo Turetta, reo confesso dell'omicidio. Cecchettin, che sta girando l'Italia per parlare soprattutto con i più giovani per sensibilizzarli sul tema della violenza di genere, aveva auspicato un confronto con quelli che, come il giovane ferrarese, ma anche altri, dicono queste cose. Il confronto c'è stato e sembra aver sortito qualche effetto.
"Ho parlato con Gino Cecchettin - ha scritto su Instagram il giovane, che si trova adesso nel reparto di psichiatria dell'ospedale ferrarese di Cona - mi sono commosso perché è una persona davvero meravigliosa, da prendere come esempio. Mi ha perdonato e gli sono davvero tanto riconoscente. Ho tanta stima per lui e gli auguro tutto il meglio. Forse un giorno riusciremo a incontrarci per un abbraccio veloce".
Il 20enne sui propri profili social e nei messaggi con gli amici, definiva Turetta un modello e un esempio, prendendosela con la sua ex che l'aveva lasciato dopo minacce e maltrattamenti. E stato alla fine arrestato mentre tentava di raggiungerla in treno, bloccato dopo aver aggredito alcuni carabinieri alla stazione ferroviaria di Montecchio Precalcino (Vicenza) dove i militari erano andati quando avevano ricevuto una segnalazione dei colleghi di Ferrara che avevano avvertito dell'arrivo del 20enne, intenzionato a raggiungere Mirano (Venezia) dove abita la sua ex fidanzata, che lo aveva recentemente denunciato per minacce. Il giovane era stato sottoposto a controllo, ma aveva reagito bruscamente: dopo aver strattonato i carabinieri, aveva tentato di raggiungere un treno in partenza ma era stato bloccato e ammanettato per resistenza a Pubblico Ufficiale. Addosso aveva le forbici con cui aveva terrorizzato l'ultima volta la ragazza.
"È proprio a loro - aveva detto Cecchettin parlando in una scuola a Milano - che dovremmo parlare perché chi esalta la violenza forse ha più bisogno di altri di capire che c'è un modo nuovo di parlare. Dovremmo cercare il confronto non l'attacco". Confronto che c'è stato e che sembra aver aperto un nuovo modo di pensare in un giovane che pochi giorni prima aveva minacciato la sua ex fidanzata dichiarando di ispirarsi a quello che aveva fatto il suo coetaneo che ha ucciso Giulia.
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