Rinuncia all'aggravante mafiosa e
a quella della trattativa e stravolge completamente
l'impostazione accusatoria voluta dai colleghi della procura che
vedevano nella mancata cattura del boss Bernardo Provenzano,
fatto fuggire dal Ros di Mario Mori, uno dei tasselli del patto
che pezzi dello Stato avrebbero stretto con Cosa nostra negli
anni delle stragi mafiose. Comincia con l'annuncio di una
"rivoluzione" nella prospettazione dell'accusa l'ultima parte
della requisitoria del processo d'appello al generale Mario Mori
e al colonnello Mauro Obinu pronunciata dal pg di Palermo
Roberto Scarpinato. I due ufficiali, assolti in primo grado,
sono accusati di favoreggiamento non più aggravato dall'avere
agevolato la mafia e finalizzato al perseguimento della
trattativa, ma solo dall'avere agito violando i doveri connessi
alla loro funzione.
"Tenteremo di semplificare - ha detto Scarpinato - e di
ridare al processo quella vita autonoma che, renderlo una
costola del processo trattativa, gli aveva tolto".
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