Capolavori sartoriali che
diventano veri e propri racconti visivi. Sono i 117 abiti
protagonisti di Mater Agata, la mostra dedicata alla Patrona di
Catania, Sant'Agata, giunta alla ventitreesima edizione, curata
da Maria Liliana Nigro, docente di Storia del costume per lo
spettacolo e organizzata dall'Accademia di belle arti. Sarà
inaugurata domani, alle 20, a Palazzo Minoriti e rimarrà aperta
al pubblico gratuitamente dal 1 al 6 febbraio. Una giuria di
esperti premierà quattro dei 117 studenti partecipanti con borse
di studio, destinate a sostenere il loro impegno creativo e
artistico.
Novità della 23/sima edizione di Mater Agata è la
partecipazione di 43 associazioni umanitarie che sosterranno
l'iniziativa sfilando con il proprio gonfalone durante la serata
inaugurale di domani a Palazzo Minoriti. Un'esibizione della
Corale Tovini precederà il taglio del nastro
«Come ogni anno quella della professoressa Nigro e dei suoi
allievi non è una semplice esposizione di abiti, ma un vero e
proprio tributo artistico e culturale alla città, una
celebrazione dell'identità catanese, filtrata attraverso il
linguaggio universale dell'arte e della moda", commenta Lina
Scalisi, presidente dell'Abact.
"Gli abiti realizzati dagli allievi dell'Accademia non sono
soltanto vestiti, ma un tributo alla figura materna, un
abbraccio simbolico che lega l'arte del vestire alla protezione
e alla sacralità, celebrando il lungo percorso della mostra",
sottolinea Maria Liliana Nigro. "Come in una partitura musicale
- aggiunge la curatrice - ogni abito diventa una melodia
corale, con cromie e tessuti che si uniscono per celebrare la
madre, simbolo di protezione e amore incondizionato".
Quest'anno il focus è il rapporto tra madre e figli, con
l'intento di celebrare la figura materna come simbolo di forza,
coraggio e luce che guida il loro cammino. Madri coraggiose,
come Felicia Bartolotta, vedova Impastato, paladina ed esempio,
determinata a proteggere il figlio e la sua memoria ferita a
morte dalla mafia. Madri dei quartieri popolari che per
difendere i loro figli, colpiti dal degrado e dalla fragilità,
data da solitudine e dalla violenza sociale, sono pronte a
denunciare. Madri che accompagnano figli sfortunati in percorsi
gravi di malattie mortali. Madri che vegliano ogni attimo per
tutelare la parte più intrinseca di sé stessi.
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