Giudizio immediato per Marco
Raduano, ex boss della mafia di Vieste (Foggia) dal marzo del
2024 collaboratore di giustizia, e per Gianluigi Troiano, suo ex
braccio destro, arrestato il 31 gennaio del 2024 a Granada
(Spagna) divenuto anche lui un 'pentito'. Insieme a loro altri
sei viestani accusati, a vario titolo, di aver favorito la
latitanza dell'ex boss Raduano, evaso dal carcere di massima
sicurezza Badu e Carros il 24 febbraio del 2023, calandosi dal
muro di cinta. Fu catturato quasi un anno più tardi, il primo
febbraio del 2024, in Corsica mentre stava andando a cena in un
ristorante. Lo ha deciso il gup del tribunale di Bari Gabriella
Pede che ha accolto la richiesta del della Dda. Il processo si
svolgerà a Foggia: la prima udienza è fissata il 10 aprile
prossimo.
Dopo l'arresto di Troiano e Raduano, divenuti collaboratori
di giustizia, gli investigatori ricostruirono il traffico di
stupefacenti e il favoreggiamento della latitanza di Raduano.
I due collaboratori di giustizia, Raduano e Troiano, sono
accusati di traffico transazionale di droga e nello stesso
procedimento Raduano e altri due indagati sono accusati di aver
incendiato, nell'ottobre del 2023 a Vieste, l'auto della madre
di un collaboratore di giustizia. Secondo l'accusa, gli altri
sei indagati avrebbero fornito e garantito a Raduano appoggi
logistici e coperture, ospitalità anche per il tramite di terzi,
apparecchi telefonici anche criptati, auto, denaro e
informazioni utili ad eludere eventuali i controlli. Prima del
10 aprile gli indagati potrebbero chiedere il giudizio
abbreviato. Parti offese il Ministero della Giustizia, il Comune
di Vieste, il Ministero della Salute e la vittima dell'atto
incendiario.
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