"La nostra esperienza ha avuto inizio nel 1991, in un periodo in cui l'Italia era profondamente segnata dall'emergenza dell'Hiv. Ero prete dell'oratorio in un quartiere della periferia milanese e, venendo a contatto con la difficile realtà di bambini che nascevano sieropositivi, ho sentito l'urgenza di intervenire. Insieme a un gruppo di amici, volontari e professionisti, abbiamo iniziato ad affiancare quelle famiglie, in particolare le bambine e i bambini". Padre Giuseppe Bettoni, fondatore e presidente di Fondazione Arché, parla della sua 'creatura' in un'intervista al 'Bullone', testata mensile dell'omonima Fondazione dedicata ai B-Liver, adolescenti e giovani adulti con patologie gravi o croniche.
"Nel 1993 il nostro impegno - ricorda - si è esteso anche a Roma, collaborando con l'Ospedale Bambino Gesù. Con il tempo, grazie ai progressi scientifici e medici, l'impatto dell'Hiv si è attenuato, ma il nostro lavoro non si è fermato. Oggi ci dedichiamo a progetti a sostegno di donne e bambini in situazioni di fragilità, gestendo tre case accoglienza mamma-bambino, programmi di semiautonomia e assistenza domiciliare. Siamo attivi anche nel contesto carcerario e in iniziative per la prevenzione e il contrasto della violenza di genere, promuovendo percorsi di educazione alla cittadinanza attiva e alla riflessione sociale. Lavoriamo in stretta sinergia con le comunità locali per costruire reti di supporto efficaci e inclusive".
Tra le aree di attività della fondazione è anche la formazione e l'accesso al mondo del lavoro, "strumenti fondamentali per garantire una reale inclusione sociale. In Arché due educatrici professioniste si occupano dell'orientamento e dell'accompagnamento delle donne ospiti.
Offriamo percorsi di formazione professionale, sostegno per il completamento degli studi liceali e, in alcuni casi, anche universitari. Collaboriamo con numerose realtà aziendali per garantire un inserimento lavorativo stabile e duraturo, poiché l'indipendenza economica rappresenta un pilastro fondamentale per il percorso di autonomia.
Nel 2023 attraverso il progetto "Ipazia", abbiamo supportato 150 famiglie e preso in carico 75 donne, offrendo loro opportunità di formazione e orientamento al lavoro". Bettoni ricorda anche i progetti di assistenza domiciliare per i minori in difficoltà, che vivono in contesti familiari complessi, a Milano e Roma, e nelle stesse due metropoli la presenza a supporto di famiglie in difficoltà. "In collaborazione con Save the Children - aggiunge Padre Bettoni - nel 2024 abbiamo coinvolto 520 persone, 214 minori e 306 adulti, tra cui numerose donne in gravidanza. Il nostro obiettivo è facilitare l'accesso ai servizi e migliorare la qualità della relazione tra le famiglie e le strutture sanitarie". Infine un'area dedicata ai progetti in ambito penitenziario, denominata Oltre la Pena.
Operiamo all'interno dell'Istituto a Custodia Attenuata per Madri detenute (ICAM) di San Vittore, nella Sezione Nido del carcere di Milano-Bollate e accogliamo nelle nostre strutture detenuti in regime di semi-libertà. Come Fondazione, siamo attivamente impegnati in campagne di sensibilizzazione per promuovere una maggiore consapevolezza sulle condizioni di vita dei detenuti e per porre fine alla drammatica realtà della presenza dei bambini in carcere. Riteniamo che su questo tema si giochi una parte essenziale della nostra umanità e del concetto stesso di giustizia sociale".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA