"E' arrivata in rada la nave
'fantasma' Alma, carica di grano duro turco alla rinfusa, di cui
si erano perse le tracce dopo che aveva lasciato la Tunisia da
cui pare sia stata respinta e abbia toccato le coste greche per
arrivare al porto di Bari dove ci sono altre due navi cariche di
grano straniero: la Omaya battente bandiere maltese e la Isa
battente bandiera cipriota, che ha appena attraccato,
proveniente da Gibiltetrra". A darne notizia è Coldiretti Puglia
che evidenzia "il fenomeno inarrestabile del balzo delle
importazioni di grano duro di oltre l'800% dalla Turchia, di
oltre il 1000% dalla Russia, del 170% dal Kazakistan, nel 2023
rispetto all'anno precedente; mentre solo nei primi 2 mesi del
2024 dalla Turchia sono stati importati quasi 35 milioni di
chili di frumento duro, quasi lo stesso quantità registrato in
tutto il 2022". "Ma crescono del 47% - prosegue - anche le
importazioni di grano duro dal Canada, trattato con glifosato
secondo modalità vietate a livello nazionale".
"Con le quotazioni scese ampiamente al di sotto dei costi di
produzione, a rischio è la sopravvivenza di 38mila aziende
agricole in Puglia, il Granaio d'Italia, con l'aumento della
dipendenza dall'estero", denuncia Alfonso Cavallo, presidente di
Coldiretti Puglia: "Sotto accusa - prosegue - ci sono gli
accordi gli accordi di libero scambio europei per cui vanno
fermate le importazioni sleali, introducendo con decisione il
principio di reciprocità per fare in modo che tutti i prodotti
che entrano nell'Unione rispettino gli stessi standard".
"Intanto, le aste turche del frumento affossano ancora i
prezzi del grano pugliese - spiega il direttore regionale Pietro
Piccioni - con il crollo delle quotazioni con il prezzo del
grano che scenda a 320/350 euro a tonnellata, mentre nei porti
pugliesi continua il via vai di navi mercantili provenienti
dalla Turchia".
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