Il Consiglio regionale del Piemonte
ha approvato con voto bipartisan delle rinnovate disposizioni
che facilitano i Comuni nel rimettere in circolo per fini
sociali i beni confiscati alle mafie. E' stato infatti dato il
via libera a un provvedimento della giunta Cirio, proposto
dall'assessore Maurizio Marrone, che modifica le regole in
materia, accogliendo fra l'altro alcuni emendamenti delle
opposizioni, proposti rispettivamente dal Pd e da Avs. Il bando
è finanziato con 1,2 milioni di euro.
"Questa azione compatta che arriva dal Consiglio regionale -
ha sottolineato Marrone illustrando il documento - è un segnale
molto netto nei confronti della malavita organizzata".
Gli emendamenti del Pd, proposti dal presidente della
Commissione Legalità Domenico Rossi, estendono la contribuzione
della Regione dal precedente 50% al fino al 70% - ma non oltre i
30mila euro - per i piccoli Comuni, e prevedeno l'inserimento
dei richiedenti asilo e delle politiche giovanili tra gli ambiti
cui sono destinati i beni. L'emendamento di Avs, presentato
dalla capogruppo Alice Ravinale, inserisce la possibilità di
usare i beni confiscati per ospitarvi centri di recupero per
tossicodipendenti.
Il Pd ha annunciato con la capogruppo Gianna Pentenero di
"voler ancora contribuire al miglioramento del provvedimento",
proponendo in Aula altri due emendamenti oltre a quelli già
approvati in Commissione: uno per affidare direttamente i beni
confiscati ad enti del terzo settore, e uno per assegnare un
punteggio aggiuntivo ai progetti capaci di coinvolgere un numero
più elevato di beneficiari. Questi emendamenti sono stati
bocciati, e Marrone ha spiegato per il primo che "la legge
regionale di cui questa delibera deve rispettare il dettato era
precedente alla legge nazionale e prevedeva che i contributi
potessero andare solo ai Comuni", per il secondo che "introduce
criteri che rischiano di rendere più difficili il lavoro della
commissione tecnica".
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