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Beni confiscati a mafie, sì Consiglio Piemonte a nuove regole

Beni confiscati a mafie, sì Consiglio Piemonte a nuove regole

Marrone: "segnale molto netto per la malavita organizzata"

TORINO, 15 aprile 2025, 12:02

Redazione ANSA

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Il Consiglio regionale del Piemonte ha approvato con voto bipartisan delle rinnovate disposizioni che facilitano i Comuni nel rimettere in circolo per fini sociali i beni confiscati alle mafie. E' stato infatti dato il via libera a un provvedimento della giunta Cirio, proposto dall'assessore Maurizio Marrone, che modifica le regole in materia, accogliendo fra l'altro alcuni emendamenti delle opposizioni, proposti rispettivamente dal Pd e da Avs. Il bando è finanziato con 1,2 milioni di euro.
    "Questa azione compatta che arriva dal Consiglio regionale - ha sottolineato Marrone illustrando il documento - è un segnale molto netto nei confronti della malavita organizzata".
    Gli emendamenti del Pd, proposti dal presidente della Commissione Legalità Domenico Rossi, estendono la contribuzione della Regione dal precedente 50% al fino al 70% - ma non oltre i 30mila euro - per i piccoli Comuni, e prevedeno l'inserimento dei richiedenti asilo e delle politiche giovanili tra gli ambiti cui sono destinati i beni. L'emendamento di Avs, presentato dalla capogruppo Alice Ravinale, inserisce la possibilità di usare i beni confiscati per ospitarvi centri di recupero per tossicodipendenti.
    Il Pd ha annunciato con la capogruppo Gianna Pentenero di "voler ancora contribuire al miglioramento del provvedimento", proponendo in Aula altri due emendamenti oltre a quelli già approvati in Commissione: uno per affidare direttamente i beni confiscati ad enti del terzo settore, e uno per assegnare un punteggio aggiuntivo ai progetti capaci di coinvolgere un numero più elevato di beneficiari. Questi emendamenti sono stati bocciati, e Marrone ha spiegato per il primo che "la legge regionale di cui questa delibera deve rispettare il dettato era precedente alla legge nazionale e prevedeva che i contributi potessero andare solo ai Comuni", per il secondo che "introduce criteri che rischiano di rendere più difficili il lavoro della commissione tecnica".
   

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