In Serbia ha preso il via oggi la
tre giorni di mobilitazione popolare decisa dal presidente
Aleksandar Vucic e dal governo a sostegno dell'unità nazionale e
della stabilità, e contro le divisioni e la spaccatura del Paese
avviate cinque mesi fa con le proteste del movimento degli
studenti in agitazione, appoggiate dall'opposizione, dopo la
morte di 16 persone nel crollo alla stazione di Novi Sad. Tante
le iniziative a sostegno di Vucic e della dirigenza serba, che
culmineranno nel grande raduno di domani convocato dal
presidente sulla spianata antistante il parlamento, e nel corso
della quale verrà annunciata ufficialmente la nascita di un
nuovo Movimento popolare. Già nel pomeriggio di oggi è in
programma in centro una prima manifestazione filogovernativa,
nel segno dell'unità per condannare quelle che vengono definite
le iniziative distruttive degli studenti, i raduni illegali e i
blocchi stradali improvvisi, un 'terrore della minoranza contro
la maggioranza' del Paese che, secondo le autorità, stanno
causando seri danni all'economia e al flusso di investimenti in
Serbia, oltre alla paralisi di buona parte del sistema
d'istruzione superiore e universitario. Come ha riferito la
presidente del parlamento Ana Brnabic, oggi verrà tra l'altro
presentata una maxi-bandiera serba lunga duecento metri a
simbolizzare l'unità del Paese e la sua voglia di andare avanti
sulla strada del progresso. Mentre centinaia di sostenitori di
Vucic stanno giungendo a piedi a Belgrado dal Kosovo e da altre
parti della Serbia per partecipare alla grande manifestazione di
domani, nella notte sono arrivate nella capitale lunghe file di
trattori con gli agricoltori intenzionati a dare il loro
appoggio al presidente. Ad accoglierli, intorno alle due, lo
stesso Vucic, che ha voluto salutare anche i gruppi di studenti
contrari alle proteste e che da oltre un mese sono accampati in
un parco non lontano dalla presidenza. "Preparatevi a tornare
nelle facoltà", ha detto Vucic, fiducioso sulla graduale
attenuazione del movimento di protesta.
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