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In evidenza
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In collaborazione con Università Cattolica del Sacro Cuore
Durante l'epidemia di Covid è
aumentata l'offerta di servizi digitali e c'è chi, nella
popolazione anziana tra i 65 e gli 80 anni, ha migliorato le
proprie capacità in questo ambito, incrementando l'uso di questi
servizi anche dopo l'emergenza. Altri invece hanno continuato ad
usare alcuni servizi e ne hanno abbandonati altri.
Lo rileva studio ILQA-19 'The Longitudinal Study on Older
People's Quality of Life During the Covid-19 Pandemic' (2020 -
2024) che indaga le conseguenze dell'epidemia di Covid nella
vita quotidiana degli anziani, esplorando in particolare l'uso
delle risorse digitali. Sono tre le tipologie di persone che
sono state identificate, anziani digitali rinforzati, resilienti
o resistenti.
Lo studio è stato finanziato dalla Fondazione Cariplo
nell'ambito del progetto 'Active.it. Active ageing in changing
societies. Older people's social and digital resources in
pandemic and post-pandemic Italy', con capofila l'Università
Milano Bicocca, responsabili della III e IV indagine ILQA sono i
ricercatori dell'Università Cattolica, Simone Carlo, Sara
Nanetti, Francesco Diodati.
La ricerca, cominciata nel maggio 2020, prevedeva interviste
a distanza di un anno a un panel di 40 anziani e anziane
residenti in dieci borghi della provincia di Lodi al centro
dell'emergenza pandemica nel marzo 2020.
Il primo gruppo è costituito dagli 'anziani digitali
rinforzati', attrezzati digitalmente già prima del Covid-19.
Fruitori consapevoli delle tecnologie che hanno incrementato il
loro uso durante e dopo la fase emergenziale. Sono stati poi
identificati gli 'anziani digitali resilienti', i soggetti in
fase di acquisizione delle competenze digitali che al termine
dell'emergenza hanno in parte continuato a utilizzare alcuni
servizi digitali abbandonandone altri (videochiamate,
ecommerce).
Infine, gli 'anziani digitali resistenti' che sono rimasti
estranei al mondo delle tecnologie anche durante l'emergenza ma
che possono fare affidamento su reti familiari strette.
In collaborazione con Università Cattolica del Sacro Cuore
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