"Riteniamo non ci siano più
scusanti da parte dell'amministrazione e del governo. Ci sono
persone che vivono in case sotto indagine e che non possono
essere vendute, altre che hanno comprato case su carta... Serve
una legge nazionale per sbloccare la situazione". Così Filippo
Borsellino, portavoce del comitato che riunisce gli acquirenti e
chi ha firmato il preliminare d'acquisto per le abitazioni nei
cantieri coinvolti nelle inchieste sull'urbanistica, al termine
di un incontro in Procura a Milano.
Una delegazione del comitato 'Famiglie sospese' ha infatti
incontrato questa mattina la procuratrice aggiunta Tiziana
Siciliano, che guida il pool di pm titolari delle indagini. "Non
abbiamo parlato di tempi. La nostra priorità è quella di entrare
nelle case che abbiamo pagato il prima possibile", hanno detto.
"Dal Comune ci aspettavamo un dialogo aperto, cosa che non è
ancora avvenuta". Le famiglie coinvolte, afferma il portavoce
del comitato, sarebbero 4.500, "un numero che diventerebbe
ancora più grande se partissimo dalle ultime costruzioni post
pandemia: arriveremmo a 39mila persone".
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